Novelli (Lemanik): “Rischio recessione per l’economia americana nel 2019”

Di Maurizio Novelli, gestore del fondo Lemanik Global Strategy di Lemanik             

La crescita dell’economia americana, dopo un paio di trimestri di sovraperformance, è destinata a rallentare. Se, come è probabile, la frenata si farà più forte a causa dell’insostenibilità del ciclo del debito, i rischi di recessione saranno più evidenti nel corso del 2019.

Il ciclo del credito americato ha raggiunto una fase di piena maturità. La politica fiscale di Trump ha cercato di allungare la vita a questo ciclo del credito e del debito, è però ovvio che senza una significativa ripresa dei redditi reali, oltre che dell’occupazione, la sostenibilità del debito oltre certi livelli diventa difficile se non impossibile. In realtà nessuno vuole veramente una crescita dei redditi reali. Non lo vogliono le imprese che devono rimanere competitive e contenere i costi per sostenere gli utili e non lo vogliono i mercati finanziari che vedono nei redditi in salita e con la piena occupazione una fonte di potenziali rischi inflazionistici. Un aumento dei redditi reali avrebbe il duplice effetto negativo di aumentare i costi per le aziende quotate e produrre un aumento dei tassi poco gradevole per il debito accumulato. Il paradosso su cui si basa l’attuale espansione Usa è un debito in costante crescita, un reddito reale che non deve crescere e un costo del debito basso che consenta a chi ha un reddito che perde potere d’acquisto di sostenere tale debito e continuare a consumare.

Questa situazione conferma che la crescita Usa, che sembra così forte, è in realtà in affanno e non sostenibile e dunque la curva dei rendimenti si appiattisce sempre più anche se i dati della crescita si rafforzano. L’appiattimento della curva conferma l’insostenibilità del modello di crescita e dovrebbe indebolire il dollaro, che invece si rafforza per i problemi di Cina e dei mercati emergenti innescati dalle guerre commerciali volute dall’America. Questa situazione ha però già procurato un ribasso dei rendimenti sulla parte lunga della curva dei Treasuries e conferma che il mercato azionario si trova in una evidente sell area di medio e lungo periodo.

Intanto è in atto una contrazione del commercio internazionale a causa delle guerre commerciali aperte dagli Stati Uniti verso la Cina e il Nafta, con possibili estensioni alla Germania e all’Europa. Il governo americano, poi, utilizza in modo troppo spregiudicato il dollaro e il sistema finanziario per colpire i propri avversari sulla scena geopolitica, avviando di fatto un’accelerazione del processo di ribilanciamento delle riserve valutarie mondiali e spingendo la Cina a implementare l’utilizzo del rinmimbi come alternativa per gli scambi commerciali per aggirare le sanzioni Usa. Questo meccanismo rischia di produrre problemi al debito americano, che è troppo esposto ai flussi di risparmio dall’estero di Cina, Giappone e economie emergenti. Il ciclo dell’economia mondiale è dunque entrato in una fase di rallentamento. Gli spread sui mercati obbligazionari sono saliti ovunque e hanno procurato una contrazione del credito nei mercati emergenti e in Cina. Anche in Europa i bonds degli emittenti più deboli hanno subito un allargamento degli spread nonostante il costante intervento della Bce.

Mentre tutti i mercati finanziari del mondo hanno iniziato a prezzare questa situazione, quelli americani continuano a credere di poter sopravvivere in un mondo che si fa sempre più instabile grazie alle politiche destabilizzanti che vengono messe in atto proprio dagli Stati Uniti. La roccaforte finanziaria dei mercati americani è rimasta per ora l’unica area di resistenza a difesa del bull market perché nel frattempo tutti gli altri mercati hanno iniziato a cedere. Anche la finanza americana è sempre più esposta verso l’attuale amministrazione Usa che ha elargito sgravi fiscali, favorito i buy back e promesso deregulation bancaria. Le elezioni di Mid Term sono un’importante scadenza che potrebbe avere ripercussioni sensibili sulla bolla speculativa americana.

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