Tra indici PMI e fiducia dei consumatori: i (pochi) eventi della settimana

A cura di Generali Investments
L’inflazione è tornata (perlomeno negli Stati Uniti). Nonostante una certa volatilità nei dati sui prezzi al consumo di agosto, le ultime rilevazioni confermano che l’inflazione ha raggiunto l’obiettivo della Fed, e continua a salire gradualmente. I mercati hanno preso nota e ora prezzano oltre il 75% la probabilità che la Fed possa aumentare i tassi di interesse altre due volte entro la fine dell’anno. Il ​​rischio di un aumento improvviso in futuro appare limitato.
La forte domanda consente alle imprese di trasferire al consumatore una grande parte dell’aumento dei costi, che però non si stanno alzando troppo in fretta. La crescita dei salari sembra essere limitata dalla lenta reattività alla riduzione della disoccupazione, mentre la forza del dollaro comprime la crescita dei prezzi delle importazioni.
I dazi più alti prima o poi finiranno per influire sui prezzi, ma l’impatto stimato delle misure attuate e annunciate finora sembra gestibile, a circa 0,15 punti percentuali. Prevediamo che l’inflazione core raggiungerà il 2,4% entro la fine dell’anno, dal 2,2% di agosto.
Nell’area euro l’inflazione si sta avvicinando a un ritmo più lento, attenuato dal rallentamento del mercato del lavoro. Tuttavia, entro la fine dell’anno l’inflazione core dovrebbe salire fino all’1,5% circa, rispetto all’1% registrato dalla stima flash di agosto.
Negli Stati Uniti c’è ora meno di un disoccupato (0,9 per la precisione) rispetto ad ogni nuova posizione di lavoro aperta, il livello più basso dal 1970. Nel luglio 2009, all’apice della crisi, c’erano quasi sette persone in cerca di una occupazione in rapporto ad ogni nuovo posto vacante.
EVENTI CHIAVE
• In una settimana senza dati di rilevo, l’attenzione si focalizzerà su come le notizie relative alle tensioni commerciali stanno influenzando il sentiment, dal momento che venerdì vi sarà la pubblicazione delle PMI di settembre: l’umore dovrebbe migliorare negli Stati Uniti e restare immutato nell’area dell’euro.
• La stima flash della fiducia dei consumatori dell’area euro, giovedì, potrebbe segnalare un leggero peggioramento.
• La Bank of Japan non dovrebbe cambiare il suo corso, ma nella conferenza stampa alla fine della riunione di domani potrebbero esserci domande sulla possibilità di ampliare la fascia di intervento sui bond governativi locali a 10 anni.
• Anche i prezzi del petrolio cattureranno l’attenzione del mercato, dato che la scorsa settimana il Brent è stato spinto appena sotto gli 80 dollari al barile dall’interruzione delle forniture e da un decumulo più rapido del previsto.

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