Prosegue il recupero dei Metalli industriali. View positiva di Goldman Sachs

A cura di Wings Partners Sim

Esce allo scoperto Goldman Sachs che, alla fine della scorsa settimana, ha riaffermato la propria view rialzista sul comparto dei metalli di base, proprio mentre le quotazioni hanno avviato in questi giorni una ripresa dei corsi nonostante l’escalation tra Stati Uniti e Cina. La banca d’affari evidenzia come i dati macroeconomici non evidenziano un rallentamento per l’economia americana, ma nemmeno per quella asiatica, il che condiziona positivamente i fondamentali e dovrebbe favorire una ripresa dei prezzi, che invece scontano al momento una situazione di crisi (attesa ma mai concretizzata).

Le quotazioni del rame hanno ripreso quasi 500 dollari rispetto ai minimi registrati ad agosto, toccando un massimo nell’ultima sessione della scorsa settimana di 6.251,50 dollari per tonnellata, Il movimento al rialzo del metallo rosso è sì agevolato da un rafforzamento dell’euro contro il biglietto verde, ma la vera causa alla base sono le ricoperture di posizioni ribassiste, che si autoalimentano incentivate dalla necessità dei dealers di coprire i rischi al rialzo. Da segnalare poi la pubblicazione di dati sulle scorte ufficiali di Shanghai in discesa di oltre 20.000 tonnellate, un ritiro significativo che sottolinea lo stato positivo dei consumi cinesi. Inoltre per i prezzi al London Metal Exchange, oltre ad una ripresa della quotazione di riferimento base tre mesi, si tornano a registrare punte di backwardation sulla parte corta della curva. Un altro dei segnali di scarsità di metallo rosso, oltre che a un costo aggiuntivo che devono sopportare i ribassisti per mantenere la propria esposizione short sul mercato.

Discorso analogo per quanto riguarda l’alluminio, in ripresa verso area 2.070 dollari per tonnellata, benché la situazione tecnica del metallo leggero sia più impostata alla neutralità, pur non mancando fattori fondamentali di supporto, attesi a generare un movimento al rialzo dei prezzi.

Forte recupero infine per il nickel riportatosi oltre la soglia dei 13.000 dollari per tonnellata.

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