Volatilità alle porte? L’asset allocation di Avalon Investment per affrontarla

A cura di Alfred Hoffmann, strategist di Avalon Investment Research

Europa

I titoli azionari europei hanno perso terreno ad agosto, principalmente a causa dei forti timori di una guerra commerciale tra USA e Cina. Entrambi i paesi hanno annunciato dazi del 25% su prodotti importati per un valore di altri 16 miliardi di dollari USA, facendo salire a ben 50 miliardi di dollari USA il valore totale dei beni interessati dalle imposte doganali. La crisi bancaria della Turchia ha invece pesato sul sentiment. La lira turca è scesa al minimo storico nei confronti del dollaro USA sulla scia della preoccupazione espressa dalla Banca Centrale Europea (BCE) in merito all’eventuale impatto del deprezzamento della lira sulle banche europee. La valuta turca ha perso terreno per effetto delle crescenti tensioni tra USA e Turchia, e dei sempre maggiori timori rispetto alla solidità dell’economia. Il mercato ha inoltre risentito delle preoccupazioni legate all’andamento del deficit italiano, anche se un membro del consiglio direttivo della BCE ha lasciato intendere che la situazione dell’Italia non dovrebbe incidere sul programma di normalizzazione dei tassi. Sul fronte positivo, dopo essere finalmente uscita dall’ultimo piano di salvataggio la Grecia potrà rientrare sui mercati finanziari e, per la prima volta in otto anni, raccogliere fondi propri. In un contesto politico e macroeconomico di incertezza, tutti i settori fatta eccezione per l’informatica (IT) hanno chiuso il mese in territorio negativo. Telecomunicazioni e servizi finanziari sono stati fra i settori più colpiti. Nel complesso, le small cap e le mid cap hanno sovraperformato le large cap, mentre i titoli growth sono andati meglio di quelli value. Sul versante economico, il dato flash dell’indice dei direttori d’acquisto (PMI) dell’Eurozona relativo ad agosto ha segnalato una crescita costante per la regione. Il PMI composito è cresciuto leggermente dai 54,3 punti di luglio ai 54,4 di agosto sulla scia della crescita di Germania e Francia. La crescita del PIL del secondo trimestre è stata rivista al rialzo, al 2,2% su base annualizzata. Anche la maggior parte degli indicatori del sentiment ha subito un miglioramento ad agosto: in particolare, l’indice tedesco IFO, che rileva la fiducia delle imprese, ha messo a segno un netto rimbalzo a 103,8, il livello massimo dallo scorso marzo.

Stati Uniti

Le azioni statunitensi hanno guadagnato terreno a seguito di un certo allentamento delle tensioni commerciali internazionali dopo che il Presidente Donald Trump ha annunciato la conclusione di un ampio accordo con il Messico per la revisione dell’Accordo nordamericano di libero scambio (NAFTA). Anche le preoccupazioni per gli attriti commerciali tra USA e Canada si sono lievemente attenuate sulla scia dell’imminente avvio delle trattative per un accordo commerciale simile. Le azioni hanno fatto progressi anche a seguito del discorso di orientamento lievemente prudente pronunciato dal Presidente della Federal Reserve USA (Fed), Jerome Powell, in occasione del simposio di Jackson Hole. Powell ha ribadito che la Fed è orientata a procedere con la graduale normalizzazione dei tassi di interesse. La maggior parte dei settori ha realizzato rendimenti positivi, con IT, beni di consumo discrezionali e sanità che hanno fatto da capofila. Gli indicatori macroeconomici sono apparsi per la maggior parte positivi. La seconda stima sulla crescita del PIL del secondo trimestre è salita al 4,2%, in quanto la revisione al rialzo degli investimenti fissi non residenziali e degli investimenti in scorte del settore privato è stata solo in parte compensata da una revisione al ribasso delle spese per i consumi personali. Il PIL statunitense è cresciuto al ritmo più sostenuto da quasi quattro anni. Il dato core della spesa per i consumi personali, l’indicatore preferito dalla Fed USA per misurare l’inflazione, è salito dello 0,2% su base mensile a luglio e ha raggiunto il target del 2,0% fissato dalla banca centrale. L’indice dell’Institute for Supply Management (ISM) relativo all’attività manifatturiera è salito dai 58,1 punti di luglio ai 61,3 di agosto, a causa dell’espansione dell’attività industriale in un contesto di crescita di nuovi ordinativi, produzione, occupazione e scorte. Nonostante la solidità della domanda, persistono i timori rispetto agli effetti dei dazi doganali sulle imprese.

Giappone

Il mercato giapponese ha perso terreno ad agosto, in quanto la costante incertezza rispetto agli attriti commerciali internazionali e al loro potenziale impatto economico ha penalizzato il sentiment degli investitori. Le azioni hanno iniziato il mese con il piede giusto, sostenute dalla debolezza dello yen. Il mercato è stato inoltre spinto al rialzo dagli acquisti attivi delle banche e dalle altre emissioni finanziarie in un contesto di crescita dei tassi di interesse giapponesi di lungo termine. Secondo quanto dichiarato dal governatore della Bank of Japan (BoJ) Haruhiko Kuroda, la banca centrale consentirà un’oscillazione dei tassi di interesse tra lo 0,0% e lo 0,2%, ossia il doppio del precedente intervallo. Ciononostante, le azioni sono state messe sotto pressione per la maggior parte del mese, a fronte dei rinnovati timori per i continui attriti commerciali tra USA e Cina, e dell’emergere di una crisi finanziaria in Turchia e in un secondo tempo in Argentina. Le azioni sono comunque state sostenute dai riacquisti a prezzi inferiori. In termini di stile, le società orientate alla crescita hanno sovraperformato i titoli value, mentre le large cap hanno registrato una performance relativamente migliore delle società di minori dimensioni. A livello settoriale, alimentari ed edilizia sono stati i settori più penalizzanti, mentre servizi e carta e cellulosa sono stati i più remunerativi. Sul fronte degli sviluppi economici, stando ai dati preliminari forniti dal Cabinet Office, il PIL reale del Giappone è cresciuto a un tasso destagionalizzato dello 0,5% nel secondo trimestre 2018, un risultato superiore alle aspettative (+0,3%) e anche decisamente migliore rispetto al primo trimestre 2018 (-0,2%). Su base annualizzata, il PIL reale è inaspettatamente salito dell’1,9% a seguito della contrazione dello 0,9% registrata nei precedenti tre mesi. La crescita delle esportazioni ha però rallentato a luglio, con le spedizioni di vetture negli Stati Uniti in forte calo e le controversie commerciali globali che fanno temere per la domanda di prodotti giapponesi. Sul fronte positivo, stando all’ultima rilevazione del sondaggio Tankan di Reuters, la fiducia delle imprese produttive giapponesi avrebbe toccato il massimo degli ultimi sette mesi ad agosto, favorita dalla solidità dell’economia globale. Al contempo, l’indice core dei prezzi al consumo è salito dello 0,8% a luglio rispetto allo scorso anno, senza variazioni rispetto al progresso del mese precedente.

Asia-Pacifico

I titoli azionari della regione Asia-Pacifico (Giappone escluso) hanno perso terreno nel mese di agosto. I timori che la crisi valutaria turca possa contagiare i mercati emergenti hanno pesato sulla fiducia degli investitori. Anche le preoccupazioni per il possibile impatto, a livello di crescita dell’economia cinese, delle continue tensioni commerciali tra USA e Cina hanno compromesso il sentiment. A livello settoriale, beni di consumo discrezionali e materiali hanno perso terreno, mentre sanità, telecomunicazioni ed energia hanno fatto progressi. Le azioni cinesi hanno risentito dei timori per la solidità economica del Paese. Mentre le vendite al dettaglio e gli investimenti in immobilizzazioni sono risultati inferiori alle attese, prestiti bancari, esportazioni e importazioni hanno superato le stime nel mese di luglio. Tra le novità in primo piano, la Cina ha annunciato tagli fiscali per le persone fisiche e giuridiche in quanto i policymaker mirano a sostenere la crescita economica in un contesto di continue tensioni commerciali. Nell’ambito delle misure volte a dare stabilità alla valuta, la banca centrale ha inoltre modificato la metodologia di calcolo del tasso di riferimento giornaliero dello yuan cinese. Nel frattempo, la debolezza dei settori informatico e immobiliare ha pesato sulle azioni di Hong Kong. In quest’economia fortemente dipendente dagli scambi commerciali, il PIL è salito più lentamente del previsto nel secondo trimestre a causa della debole crescita degli investimenti in immobilizzazioni. Il mercato di Singapore è apparso sottotono. Il PIL del secondo trimestre è salito a un ritmo sequenzialmente più lento di quanto inizialmente stimato, per effetto della contrazione dell’attività edilizia. Di contro, i guadagni delle società di telecomunicazioni ed energia hanno sostenuto le azioni taiwanesi. L’agenzia dei rating creditizi globali Standard and Poor’s ha rivisto al rialzo le prospettive di crescita dell’economia per il 2018, giustificando la decisione con la performance delle esportazioni. Le attività di acquisto da parte degli investitori istituzionali esteri hanno supportato i titoli azionari della Corea del Sud. Il governo ha proposto il più netto incremento della spesa fiscale da un decennio nel 2019, al fine di accelerare la crescita economica mediante la creazione di nuovi posti di lavoro, un incremento dei salari minimi e un potenziamento dell’innovazione. I robusti utili aziendali hanno favorito le azioni indiane. L’economia è cresciuta al ritmo più sostenuto da due anni nel secondo trimestre a causa della solidità dei consumi domestici e della robusta crescita del settore manifatturiero. In Australia i guadagni dei titoli di telecomunicazioni e informatica hanno inciso positivamente sul sentiment, mentre le perdite dei titoli legati alle materie prime hanno pesato sulla propensione al rischio degli investitori. Sul fronte politico, l’ex tesoriere Scott Morrison ha sostituito Malcolm Turnbull nel ruolo di Primo Ministro dopo che quest’ultimo ha perso l’appoggio del proprio partito, il Liberal Party.

Le azioni indonesiane sono state sostenute dai settori di materiali e servizi di pubblica utilità. L’espansione economica è risultata più rapida del previsto nel secondo trimestre, soprattutto a causa della forte crescita dei consumi privati. I guadagni ottenuti con beni di consumo discrezionali e di base hanno favorito le azioni, rispettivamente, di Tailandia e Filippine. Le azioni malesiane hanno registrato una performance migliore rispetto alla maggior parte dei mercati regionali. Gli shock legati a specifiche materie prime e dovuti al calo della produzione di gas naturale e alla debolezza della produzione di olio di palma grezzo hanno inciso sulla crescita economica del secondo trimestre, che è risultata più debole del previsto.

Mercati Emergenti

Le azioni dei mercati emergenti hanno perso terreno ad agosto in quanto le guerre commerciali, le tensioni geopolitiche e i timori di contagio da Turchia e Argentina hanno pesato sul sentiment. La spaccatura fra USA e Cina si è aggravata dopo l’introduzione della seconda tornata di dazi sulle importazioni cinesi. Ad agosto i dati sull’attività manifatturiera cinese sono tuttavia risultati migliori del previsto e hanno limitato il ribasso. Le azioni tailandesi sono state sostenute dall’ottimismo circa l’ampio surplus delle partite correnti e le ingenti riserve in valuta estera. Le azioni dell’America Latina hanno subito un arretramento. I titoli azionari brasiliani hanno perso terreno a causa dell’incertezza rispetto all’esito delle elezioni presidenziali in programma per ottobre. Stando a quanto previsto da un sondaggio d’opinione, è improbabile che venga eletto Presidente il candidato più favorevole agli azionisti, Geraldo Alckminas. Le azioni peruviane e cilene sono scese in linea con i prezzi del rame, il principale bene d’esportazione di entrambi i paesi. Le azioni argentine e il peso hanno subito un arretramento sulla scia della preoccupazione per la crisi economica in atto nel Paese. I titoli azionari di Europa emergente, Medio Oriente e Africa (EMEA) hanno perso terreno. Le azioni turche sono crollate per effetto delle tensioni geopolitiche e delle problematiche economiche. Il Presidente Trump ha imposto sanzioni nei confronti di due ministri turchi e ha minacciato di raddoppiare i dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio a titolo di ritorsione per la detenzione, da parte della Turchia, di un pastore americano. Le azioni sudafricane sono scese in quanto gli investitori ritengono che la controversa proposta sulle riforme terriere consentirà al governo di espropriare terreni per scopi pubblici, pregiudicando il diritto alla proprietà privata. I mercati russi hanno subito un arretramento a seguito dell’imposizione da parte degli USA di nuove sanzioni in nome della sicurezza nazionale. Sul versante economico, l’inflazione cinese al consumo è risultata superiore alle aspettative nel mese di luglio. In America Latina, la banca centrale brasiliana ha lasciato invariati i tassi di interesse e ha minimizzato la recente impennata dell’inflazione, segnalando la propria intenzione di evitare un aumento dei tassi di interesse nel prossimo futuro. Per contenere l’inflazione e proteggere il peso in calo, l’Argentina ha innalzato i tassi di interesse al 60%. L’inflazione sudafricana ha accelerato al livello massimo da 10 mesi a luglio, per effetto dell’aumento dei prezzi dei carburanti.

Investment Strategy – Preference Matrix


 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!