Il giorno della Manovra di Governo: le aspettative di Hermes Im

A cura di Silvia Dall’Angelo, Senior Economist di Hermes Investment Management
Riflettori puntati sull’Italia. Il conto alla rovescia per la Manovra è iniziato. Il primo appuntamento è per oggi, 27 settembre, quando il Governo dovrà presentare alle Camere la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, per poi presentare entro il 20 ottobre la legge di Bilancio 2018.
Il punto di partenza è piuttosto impegnativo. Il debito pubblico italiano si attesta al 132% del PIL, e i recenti sviluppi hanno reso ancora più incerta la sostenibilità del debito: la crescita del PIL è rallentata quest’anno e i costi di finanziamento sono aumentati negli ultimi mesi in risposta all’incertezza politica interna. Quest’ultimo grava ancora sul progetto della Manovra, poiché all’interno del governo è emersa una divisione a tre vie. Il ministro delle Finanze Tria ha trasmesso un messaggio rassicurante alle istituzioni europee e ai mercati finanziari approvando un approccio ortodosso al bilancio e assicurando il rispetto delle regole fiscali. Ma i leader dei due principali partiti che sostengono il governo di coalizione stanno spingendo per far prevalere i punti principali del loro programma politico, vale a dire la Flat Tax per la Lega e il reddito di cittadinanza per il M5S. Entrambe le misure sono di per sé costose, quindi la loro combinazione (del valore complessivo pari a 80-100 miliardi di euro o al 5-6% del PIL) farebbe esplodere il deficit.
Il Governo dovrà comunque rispettare le regole fiscali perché è necessario avere il sostegno dei mercati finanziari relativamente al finanziamento di almeno una parte dei propri piani. Per il 2019 il budget potrebbe prevedere un deficit fiscale dell’1,6-2% del PIL, maggiore rispetto all’obiettivo dello scorso anno (0,8%), ma abbastanza in linea con il risultato previsto per quest’anno e sarà probabilmente accettato malvolentieri da Bruxelles. Dovrebbe includere anche una versione diluita delle promesse politiche, il tutto guidato dalla parola d’ordine della gradualità.
Ciò detto, vi sono dei rischi di incidenti politici. Se le diverse componenti del Governo non dovessero riuscire a trovare un compromesso sul budget, il rigore delle regole fiscali europee potrebbe diventare l’alibi per una crisi di governo. Il nostro scenario di base prevede comunque che, nonostante alcuni intoppi sul percorso, alla fine si troverà una soluzione e la coalizione reggerà, almeno per ora. Le tensioni potranno comunque riemergere in vista delle elezioni europee del maggio prossimo. Nel frattempo, il budget rappresenta un’altra occasione persa, con l’attenzione rivolta a ottenere concessioni minime sul tema della maggiore spesa e della minore pressione fiscale, invece di concentrarsi sulle riforme strutturali, necessarie per dare la spinta a un paese dal potenziale depresso.

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