Italia e Regno Unito, tra dati macro e mercati

A cura di Stéphane Junod, CIO EMEA, Head of WD EMEA, Deutsche Bank Wealth Management
Dati positivi in Italia, ma le prospettive a lungo termine restano incerte. Il settore industriale italiano ha regalato ai mercati una piacevole sorpresa. Il +1,70% ottenuto dalla produzione industriale ad agosto è l’incremento mensile più consistente da dicembre 2017 a oggi. Sembra dunque che nonostante l’instabilità politica possa aver nuociuto ad azioni e obbligazioni e in una certa misura anche agli indicatori del clima economico (i dati “interpretativi”), non si registra un impatto sui dati “oggettivi”. A causa dei fiacchi dati di luglio, tuttavia, nel terzo trimestre molto probabilmente il risultato aggregato del settore industriale italiano mostrerà un leggero decremento dello 0,30%.
La debolezza del settore manifatturiero continua a risentire dell’apatico andamento della produzione automobilistica, la cui colpa non può essere attribuita alle difficoltà politiche interne italiane, dato che questa flessione è molto meno ampia di quella riscontrata ad esempio in Germania. Confermiamo la previsione del ritorno in territorio positivo della produzione industriale italiana nel 4° trimestre, ma la pubblicazione del bilancio previsionale del 2019 rende questa prospettiva meno certa.
È vero che generalmente gli allentamenti delle politiche di bilancio esercitano effetti ciclici favorevoli all’aumento del PIL. Secondo la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NADEF) pubblicata dal governo, tra il 2018 e il 2019 il deficit di bilancio depurato della componente ciclica aumenterà di circa un punto percentuale di PIL. Applicando i moltiplicatori standard, un maggiore deficit di bilancio di un punto percentuale di PIL potrebbe valere un aumento del prodotto interno lordo di circa lo 0,60-0,70%.
Tuttavia nel caso dell’Italia il beneficio effettivo potrebbe essere meno ampio: infatti la maggiore incertezza potrebbe raffreddare la propensione alla spesa dei consumatori e quindi indurre le famiglie a risparmiare. Le condizioni di finanziamento si sono già irrigidite dopo il consistente aumento dei rendimenti dei titoli pubblici, che potrebbe ripercuotersi sul settore bancario. Pertanto a nostro avviso l’aumento del PIL derivante dalla maggiore la spesa pubblica non supererà lo 0,50%.
Accelera l’espansione economica nel Regno Unito. Secondo l’Office for National Statistics, nel trimestre chiuso ad agosto il PIL del Regno Unito è aumentato dello 0,70%. Questo successo probabilmente permetterà all’economia britannica di mettere a segno il miglior trimestre dell’ultimo biennio. L’economia ha approfittato del calore estivo, che ha dato slancio all’edilizia e alle vendite al dettaglio. Tuttavia proprio queste buone  notizie sull’espansione economica rendono ancora più difficili le decisioni che attendono i dirigenti della Bank of England (BOE). L’alta occupazione fa aumentare i salari e per raffreddare i rincari dei prezzi la BoE potrebbe dover aumentare ancora il tasso d’interesse.
Ciononostante, considerati le incognite politiche e il contesto esterno più avverso, crediamo che la BoE sarà riluttante ad aumentare il tasso d’interesse prima che si chiarisca quale sarà l’esito più probabile della Brexit.

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