I gestori non si aspettano novità

Non si aspettano grossi cambiamenti i gestori italiani ed esteri per i prossimi tre mesi dell’anno. Secondo il sondaggio condotto da Milano Finanza, gli asset manager non si aspettano grosse novità su Piazza Affari. Il 29% di loro, infatti, ritiene che l’indice Ftse Italia si mantenga all’incirca sui livelli attuali, mentre il 37% crede in una crescita compresa tra il 5 ed il 10% dell’indice. In totale, il 66% dei gestori rimane prudente sulla ripresa della borsa italiana, solo il 10% pensa che si possano sperimentare crescite oltre il 10%.

La ripresa delle borse, secondo le previsioni dei big money, sarebbe in esaurimento per il 69% di loro, solo il 31% ritiene che vi siano ancora margini di crescita nei prossimi tre mesi. Dai minimi del 9 marzo ai giorni odierni, le borse internazionali hanno recuperato circa il 45% delle proprie perdite di valore, ma i gestori non si aspettano ulteriori novità. Difatti, in Europa (indice DJ Eurostoxx), il 32% degli asset manager non si attende grosse variazioni (32%), mentre solo il 9% crede in una crescita oltre il 10% dell’indice.

Al contrario, in riguardo al contesto americano (indice S&P 500), la ricerca di MF mostra come il 52% dei gestori si aspetta crescite dell’indice comprese sino ad un massimo del 10%, il 20% si aspetta una diminuzione dell’indice USA comprese tra il 5 ed il 10%, mentre il 19% dei big money si aspetta livelli stabili nelle quotazioni. Anzi, proprio il mercato americano sembra quello su cui i gestori punterebbero di più (43% di loro), oltre ad una certa buona divisione tra Europa ed economie emergenti.

I settori che sembrano andar meglio su Borsa Italiana, secondo le previsioni, sono il comparto energetico (66% nella domanda a risposta multipla)), il farmaceutico e l’industriale (36%) ed il settore finanziario (20%). Le blue chip sembrano, in particolare, attrarre i gestori (67%), a scapito delle imprese a piccola e media capitalizzazione di mercato (33%).

Per quanto riguarda, poi, il tasso di cambio euro/dollaro e le quotazioni del petrolio, anche in questo caso i manager non si aspettano grossi cambiamenti: il 36% si attende che la valuta rimanga stabile nei prossimi tre mesi e sempre il 36% non si aspetta mutamenti significativi nel prezzo dell’oro nero.

Infine, per quanto concerne i corporate bond, almeno quelli di alta qualità, i gestori credono fermamente (90%) nel fatto che possano ancora garantire buone performance; la scadenza preferita è quella a medio termine (47%), il 30% punta sul breve periodo e solo il 23% dei gestori pensa di investire in bond a lunga scadenza.

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