“PER” di Shiller utile per sapere se i mercati sono cari o convenienti

A cura di Amiral Gestion

Si è sparsa l’idea che i mercati a rendimento variabile siano cari. È proprio vero? In realtà, dipende dall’indice con cui si analizzano. Esiste un sistema, sviluppato da Robert Shiller, Premio Nobel e professore all’Università di Yale, che consente di sapere sistematicamente qual è il momento idoneo per entrare in Borsa, sulla base della valutazione attuale dei mercati e del loro andamento storico.

L’idea è semplice e degna della buona gestione di un padre di famiglia: acquistare più azioni quando sono economiche e meno quando sono care. Questa costituisce la base di un indicatore prezioso, applicato dal nosotro team di investimento: il PER di Shiller. Varie analisi quantitative hanno dimostrato che esiste un rapporto diretto fra il valore del CAPE Shiller al momento dell’investimento e il ritorno di tale investimento nei 10 anni successivi. Più basso è il CAPE Shiller, più il momento è opportuno per investire in azioni, e viceversa.

L’indicatore confronta la capitalizzazione di Borsa di un Ppaese o di una regione geografica con la media di tutti gli utili netti reali generati dalle aziende in questo paese o regione negli ultimi 10 anni. Mediante un confronto con la media di questo indicatore durante un periodo molto esteso, è facile capire se la valutazione di un mercato si stacca o meno dai risultati reali generati dalle aziende.

Ad esempio, se vogliamo sapere se questo è un buon momento per investire nella borsa spagnola, dobbiamo calcolare il CAPE Shiller per il mercato spagnolo. Il calcolo si può eseguire confrontando il valore dell’indice MSCI Spagna, rappresentativo di questo mercato, con i risultati medi degli ultimi 10 anni delle società che rientrano in questo indice. Tale calcolo ci darà un valore compreso fra 12,3 e 14,9 volte. Tenendo conto che la media del CAPE Shiller degli ultimi 25 anni è di 21,2, possiamo dedurne che è un buon momento per entrare nella Borsa spagnola, se si cerca un investimento a lungo termine. Il passaggio successivo sarebbe quello di scegliere i valori in cui entrare.

Se eseguiamo lo stesso calcolo per gli altri mercati del mondo, possiamo trarne conclusioni estremamente interessanti. La prima: contrariamente a quanto credono molti investitori, i mercati non sono a livelli così elevati come nel 2007, appena prima che scoppiasse la crisi dei subprime. Stando all’indicatore, solo gli Stati Uniti, il Messico e l’India avrebbero raggiunto livelli di valutazione elevati. Gli altri mercati sono quotati al di sotto dei livelli di dieci anni fa. La seconda conclusione è che, geograficamente, le regioni in cui si trovano le migliori opportunità, per valutazione, si trovano in Europa, Cina, Brasile e, soprattutto, in Russia.

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