Correzione di lungo termine o opportunità per comprare a prezzi più convenienti?

Di Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier

È stato difficile trovare qualche semaforo verde sugli schermi di recente! Abbiamo assistito su tutti i mercati azionari a uno storno repentino e generalizzato che ha portato la maggior parte delle performance annuali degli indici, ad eccezione degli Stati Uniti, in territorio negativo. Cosa ha scatenato questo movimento?

I motivi sono più di uno. Innescato dalla risalita dei tassi americani intervenuta la scorsa settimana questo movimento al ribasso è stato alimentato dallo scontro sulla legge di bilancio tra il governo italiano e la Commissione Europea, dai dubbi sulla crescita degli emergenti (il recente allentamento monetario della People’s Bank of China (PoBC) è stato interpretato come una richiesta di sostegno alla crescita domestica) e dal protrarsi delle tensioni commerciali … tra l’altro.

Niente di realmente nuovo sotto il sole, eppure. Alla stregua dei timori suscitati da un rialzo tuttavia ben modesto dei tassi a lungo termine americani i mercati iniziano semplicemente a tener conto di alcune realtà. Hanno altresì approfittato di questi fattori per fare pulizia, un’operazione probabilmente necessaria visti gli eccessi di valorizzazione in alcuni comparti.

In effetti, ad essere stati maggiormente impattati sono i titoli growth e i tecnologici. Nel giro di due giorni l’indice tecnologico FANG+ ha perso il 6%. Dall’inizio dell’anno, tutti i titoli cari sono cresciuti e quelli a buon mercato hanno continuato a perdere. In questo storno si sta profilando un inizio di recupero veloce e la rotazione tra stili è stata particolarmente repentina, decretando la cancellazione di tutto l’anticipo accumulato sul value dal growth in Europa.

Del resto, la violenza del movimento è stata probabilmente amplificata dall’azione delle strategie quantitative o sistematiche e tra l’altro dall’attivazione di stop-loss che hanno provocato vendite massicce. Così, Morgan Stanley ritiene che con la scomparsa dei vantaggi derivanti dal fattore momentum gli hedge fund abbiano cancellato la quasi totalità delle loro performance dell’anno. Altro fattore “tecnico” importante è il periodo di black-out che precede la pubblicazione dei risultati aziendali negli Stati Uniti. In questo lasso di tempo, che durerà fino alla fine del mese, le aziende americane non possono fare buyback. Ora, da un anno, sostenute dalla riforma fiscale che ha consentito loro di rimpatriare le liquidità detenute all’estero, le aziende americane sono state quasi gli unici acquirenti netti di azioni americane. Questo periodo di black-out sottrae quindi un fattore di sostegno importante al mercato americano.

Il movimento potrebbe proseguire a breve nonostante un primo rimbalzo tecnico dovuto, tra l’altro, alle strategie sistematiche che potrebbero generare altre vendite massicce. Tuttavia, le fasi di vendite indiscriminate potrebbero essere fonte di opportunità. Fissare degli entry point sui titoli ingiustamente penalizzati è probabilmente la miglior tattica da adottare nelle prossime settimane

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