Ancora rimbalzi tattici ma la musica sta per fermarsi

A cura di Lorenzo Di Mattia, gestore del fondo HI Sibilla Macro, Hedge Invest Sgr

A settembre abbiamo assistito ad una ripresa tattica su mercati emergenti ed Europa, e a un riprezzamento del Bund tedesco. Riteniamo che da un punto di vista tattico il mercato possa continuare ad avere un rialzo marginale, con rally di breve durata in aree attualmente depresse come i mercati azionari emergenti e europei. Ci aspettiamo inoltre che vengano toccati e nuovi massimi sul mercato americano. Tuttavia, il momento in cui “la musica si ferma” si sta avvicinando e sta diventando sempre più pericoloso provare a cogliere questi piccoli rimbalzi.

Negli Stati Uniti i tassi di interesse hanno continuato a salire: il tasso a due anni è ora sopra il 2,8%, e rappresenta quindi una solida alternativa risk-free rispetto a tutti gli altri asset rischiosi. Tale tasso è più alto di circa 1,5% rispetto all’anno precedente e di 2,3% rispetto a due anni prima, un cambiamento significativo che incentiva un cambiamento di asset allocation. La FED non ha ancora terminato il percorso di rialzi e la propria politica di quantitative tightening: ci aspettiamo infatti che queste misure continueranno almeno per un anno, o anche più a lungo, a meno che qualcosa non vada terribilmente storto nell’economia statunitense.

In Cina è in corso un significativo rallentamento, che persiste ancora oggi e che in gran parte non è derivato dalla guerra commerciale. Non è ancora chiaro se ci potrà essere una ripresa guidata dalle misure di stimolo, considerando che la crescita ha raggiunto i massimi in quasi tutti i mercati sviluppati.

In Europa, la BCE sta tentando di fermare il suo supporto alla periferia (il quantitative easing) nel peggior momento possibile, proprio mentre i populisti e l’instabile governo italiano puntano a continuare ad aumentare il livello di debito, che in Italia è già pari a 2000 miliardi di euro e ha un rapporto con il Pil attorno al 130%. A nostro avviso, la distanza tra i numeri di budget suggeriti dalla Commissione Europea, lo 0,8% del Pil, e quelli annunciati dal Governo italiano è troppo ampia per raggiungere un accordo stabile e che possa piacere al mercato.

Un dato preoccupante è che sta continuando, anche se in maniera moderata, una correzione sull’industria dei semiconduttori e sul settore tecnologico negli Stati Uniti, che sta portando ad un riprezzamento dei titoli growth. Quando anche l’area più forte incomincia a indebolirsi, raramente si tratta di un segnale positivo. È probabile che a breve arrivi il momento di prendere posizione sul lato corto.

Infine, sui bond governativi abbiamo un outlook neutrale, in particolare sul decennale americano, visto che anche se i tassi a breve salgono, la crescita sta toccando i massimi. Siamo invece moderatamente positivi sul dollaro e sui metalli preziosi, almeno finché la FED non sarà prossima alla fine del processo di rialzo.

 

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