Le banche centrali hanno venduto oro

Nella settimana terminata il 5 giugno, la disponibilità di oro e crediti in oro nell’Eurosistema, ha registrato un calo di 18 milioni di euro rispetto a fine maggio, a seguito della vendita della risorsa aurea da parte di due banche centrali europee. Questo quanto si evince dal comunicato periodico di Bankitalia.  La posizione netta dell’Eurosistema in valuta estera  è risultata pari a 237 miliardi di euro, mostrando una contrazione di 5,4 miliardi riconducibile a operazioni per conto clienti e di portafoglio e a operazioni finalizzate all’immissione di liquidità in dollari statunitensi. 

Operazioni straordinarie      

Le operazioni finalizzate all’immissione di liquidità sono state condotte dall’Eurosistema nel quadro degli accordi temporanei che la Banca centrale europea ha concluso con la Banca nazionale svizzera e con il Federal Reserve System per consentire uno scambio di liquidità nelle reciproche valute (linee di swap). L’operazione di swap euro/franchi svizzeri non ha inciso sulla posizione netta dell’Eurosistema in valuta estera.

I titoli negoziabili detenuti dall’Eurosistema emessi da residenti nell’area dell’euro e denominati in euro si sono accresciuti di 1,6 miliardi di euro, portandosi a 298,2 miliardi.

Le banconote in circolazione sono aumentate di 2,1 miliardi di euro e vengono pertanto esposte per 763,5 miliardi. Le passività verso la pubblica amministrazione sono diminuite di 14,5 miliardi di euro, raggiungendo 136,7 miliardi. Il rifinanziamento netto dell’Eurosistema a favore di istituzioni creditizie si è ridotto di 53,5 miliardi di euro, collocandosi a 604 miliardi.  Il ricorso alle operazioni di rifinanziamento marginale è stato pari a 1,7 miliardi di euro, rispetto a 0,2 miliardi della settimana precedente, mentre i depositi presso la banca centrale sono ammontati a 28,8 miliardi di euro, a fronte di 23 miliardi della settimana precedente. 

A seguito di tutte le operazioni, i conti correnti detenuti dalle istituzioni creditizie presso l’Eurosistema, ha evidenziato una flessione di 41 miliardi di euro ed è stata pertanto iscritta per 206,9 miliardi.   

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