Meeting Bce, le reazioni di economisti e gestori

Di seguito il commento di alcuni esperti riguardo la politica monetaria della Bce dopo la riunione di ieri.
Commento di Thomas O’Mahony, Portfolio Manager di Janus Henderson Investors
Il mercato obbligazionario e quello valutario si sono calmati in risposta al meeting, suggerendo che l’attuale regime sui tassi sta ottenendo l’effetto sperato dalla  BCE di attenuare la volatilità.
Le crescenti tensioni delle operazioni finanziarie e l’infinita saga della Brexit hanno indebolito lo scenario globale per l’Eurozona, mentre gli indici PMI in calo  indicano che l’economia domestica potrebbe non essere più così solida come una volta si pensava. 
Le continue discussioni  tra Roma e Bruxelles sulla legge di bilancio mostrano  limitati segnali di ricaduta sugli altri mercati. Nonostante il mercato abbia perso slancio, non  ci sono i presupposti per ulteriori ribassi. La correzione dei tassi è stata posticipata fino all’estate 2019. Non abbiamo nuove informazioni sul reinvestimento dei bond in scadenza acquistati e c’è da aspettarsi ulteriori news  a dicembre. Alla luce delle sfide che deve affrontare l’Eurozona e agli effetti legati alla fase finale del ciclo economico USA, un riassetto consistente dell’outlook potrebbe rivelarsi necessario.

Commento di Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity International
Durante la conferenza stampa Draghi ha deciso di usare toni relativamente da falco, pur riconoscendo che lo slancio economico degli ultimi tempi è alquanto debole. Ci sono state preoccupazioni sui mercati riguardo una serie di dati deludenti nell’ultimo mese, tra cui l’indice PMI di ieri, tuttavia i segnali non sono stati forti abbastanza da modificare la posizione assunta dalla BCE.
In questo momento è molto difficile separare e distinguere i diversi fattori che stanno impattando sull’economia. Mentre alcuni sono specifici del singolo Paese e/o settore (Draghi per esempio ha menzionato il settore automobilistico tedesco), altri sono legati a fattori di incertezza globali quali le tensioni commerciali e la volatilità sui mercati.
Nonostante questi venti sfavorevoli, la politica monetaria rimane piuttosto accomodante e il regime fiscale è meno restrittivo rispetto al passato. Da questa prospettiva, la zona Euro è ben posizionata per continuare la sua espansione, anche se ad un ritmo inferiore rispetto all’anno scorso.
Guardando al futuro, ritengo che sia piuttosto difficile che la BCE si discosti dalla sua posizione attuale, in particolare se consideriamo il piano di acquisti. Se le fragilità economiche dovessero espandersi nei mesi a seguire, è più probabile che vengano modificate le linee guida sui tassi di interesse piuttosto che il QE venga esteso più in la del dicembre 2018.

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