Argento, l’affare del secolo

Di Guido Bellosta, analista finanziario indipendente

Hubert Moolman, analista americano specializzato sui metalli preziosi ha definito  l’investimento in argentoBargain of the century” in un suo articolo sulla rivista Gold-Eagle.
L’argento è da 50 anni a qusta parte il “re” della speculazione ribassista. Sul metallo vi sono  sistematiche vendite di sette operatori notissimi  bancari  americani che da molti anni sono ribassisti inveterati. Vendite, come entità, comunicate dal Comex.

I precedenti

Il prezzo per oncia (1 oncia = circa  31 grammi) è salito nel 1980 in pochi mesi da 5 a 50 dollari per oncia. I fratelli Hunt avevano scoperto la valanga di vendite  ribassiste che caratterizzava il mercato. Con amici arabi iniziarono a comperare tutto l’argento disponibile obbligando  alla ricopertura “al meglio” molti operatori. Il prezzo si decuplicò. in poche settimane.   Ma la potenza dei ribassisti statunitensi era (ed  è) illimitata. Riuscirono infatti a modificare i regolamenti del Comex obbligando i compratori ad aumentare drasticamente le garanzie sugli acquisti. Gli Hunt che già pregustavano quota 100, praticamente fallirono e dovettero vendere tutti i contratti “al peggio” per far fronte alle maggiori garanzie in vigore sul mercato.

Il crollo fu violentissimo e l’argento tornò a 4 dollari. Quindici anni dopo  fu Warren Buffett a smuovere il mercato. Rastrellò una buona quantita’ di metallo  sul Comex. Le quotazioni salirono del 50% e lui vendette. Piu’ volte dichiarò  di essersi  pentito dello smobilizzo. Aveva infatti  venduto “troppo presto”.
Il mercato del metallo bianco rimase tranquillo, per una dozzina d’anni. con prezzi in lieve ascesa. Nel biennio 2010/2011 ci fu una accelerazione e l’argento tornò a 49 dollari per oncia mentre l’oro segnava 1900 dollari, record storico finora ineguagliato.

La scuccessiva  fortissima salita dell’indice Dow Jones spostò succesisvamente l’interesse degli investitori sulle azioni. L’argento venne dimenticato per la solita gioia degli speculatori ribassisti che l’affondarono sotto quota 15 dollari.

I ribassisti vendono valanghe di future sul metallo bianco sfruttando i momenti in cui le principali borse sono chiuse. Rompono  i segnali tecnici in vigore. L’analisi tecnica è crudele. Ribasso chiama ribasso. E giu’ altre vendite.  Theodore Butler,il più noto analista  sull’argento, ha  comunicato queste sette banche ribassiste,capitanate da JP Morgan, hanno guadagnato una fortuna. JPMorgan, per Butler, ha sempre chiuso in utile le sue operazioni al ribasso negli ultimi dieci anni.

I fondamentali

L’argento continua ad essere sempre più consumato nel mondo. Il mercato è in deficit produttivo. Ora viene infatti  utilizzato anche nei pannelli e nei vetri antiternici dei grattacieli. Ogni telefonino ne  possiede picccole quantità che probabilmente verrano  distrutte. L’utilizzo cresce,ma le scorte strategiche  americane  sono state vendute. Nonostante questi fortissimi fondamentali la speculazione impazza. L’argento ha il record del metallo piu’ speculato. Per gli analisti los coperto copre meta’ della estrazione annuale.
Huber Moolman ha messo a confronto  il prezzo  dell’argento con la massa monetaria statunitense ,in miliardi di dollari, il rapporto che era di 0,361 nel è attualmente di 0,004. Si può ovviamente discutere della validità di questa analisi, empirica ma rimane il fatto che in 37 anni,con la svalutazione monetaria e l’incremento dell’utilizzo industriale,il prezzo è sceso da 50 a 17 dollari.

La speculazione di JpMorgan secondo Ted Butler

JPMorgan non solo vende (e guadagna sempre) sui ribassi,ma sta sfruttando le svilite quotazioni per raccogliere tutto l’argento fisico disponibile. Vende massicciamente future di carta sull’argento e, dopo il ribasso,compra il metallo ficiso oltre che ricoprirsi dell’argento di carta venduto a prezzi superiori. Ted Butler(articolo su 24hgold.com ripubblicato da gold-eagle) JPMorgan dovrebbe avere nei suoi magazzini 550 milioni di once d’argento fisico,la più consistente quantita’ di argento mai posseduta da un privato o istituzionale.La quantità è pari ad oltre metà dell’estrazione mondiale.Un ammontare molto superiore a quello posseduto dai fratelli Hunt o da Warren Buffett nelle loro incursioni rialziste sul metallo..

Quando finirà il rastrellamento?

JPMorgan ha l’arma pronta. basta che chieda ai suoi compagni ribassisti di ricoprire le posizioni e….non ci sarebbe abbastanza  argento per farlo disponibile nel mondo.. Eppure non lo fa. Continua a sfruttare ogni forte ribasso,come quello probabilmente provocato da lei qualche mese fa,per aumentare  l’argento fisico posseduto.

Non sappiamo, e nessuno ovviamente lo sa, quando JPMorgan tirerà la corda e provocherà il più forte rialzo del metallo bianco. Un anno? Dieci anni? Ma un giorno questo avverrà e non ci sarà tempo di saltare su questo investimento. Come nel 1980 si  inanelleranno rialzi del 10%-15% al giorno e pochi avranno il coraggio di acquistare a prezzi molto più elevati di quelli di pochi giorni prima.
L’attesa potrebbe essere lunghissima ma siamo convinti che chi pensa al suo (lontano) assegno pensionistico potrebbe valutare la convenienza di puntare fin d’ora, a micro-dosi, sull’argento con acquisti scadenzati su un ventennio.

Cosa acquistare?

In Italia  si possono comperare sia gli ETC sull’argento (trading code PHAU) anche con microinvestimenti di una quota (prezzo 14 euro circa),sia comperando azioni a New York,come la mitica Wheaton Precious Metals (WPM) che ha metà del suo fatturato derivante dall’argento o Pan American Silver (PAAS) . Un’altra azione a larghissima diffusione è Hecla Mining (HL) Se l’argento dovesse risalire l’aumento delle miniere,grazie al noto effetto-leva,sarebbe maggiore. Il rapporto statisticamente è di 2/3 volte,ma tale maggiore reattivita’ funziona anche in caso di ribassi ove la perdita delle miniere è maggiore.
Ripetiamo che ci vorrà la pazienza di Giobbe e che l’attesa potrebbe essere lunghissima. Ma quando la speculazione ribassista si arrenderà la vendetta dei rialzisti sara’ straordinaria. Proprio come dice Hubert Moolman siamo davanti al “bargain of the century”.

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