High Yield e Borse globali

A cura di Banca del Piemonte

Lo spread di rendimento dei crediti speculativi (High Yield), pur senza sfracelli, sta allargando oltre i massimi recenti ed è vicino ai massimi del 2018 (e degli ultimi anni). Anche Wall Street (e l’azionario globale) è in difficoltà. I minimi del 10 ottobre sono stati oltrepassati al ribasso (negli Stati Uniti come in Europa).

La vulnerabilità del mercato legata al periodo di sospensione/rallentamento degli acquisti azioni proprie (cd buyback) potrebbe scemare nelle prossime settimane, con l’avanzare della reporting season ed il venir meno dei divieti. Più preoccupante e strutturale potrebbe invece essere la dinamica del costante ridimensionamento che i multipli stanno avendo negli ultimi mesi a Wall Street.

La crescita degli utili continua ma sembra al momento non essere più un catalyst sufficiente a spingere il mercato. In Europa il problema ha una natura diversa (prendiamo ad esempio il DAX), non tanto di compressione dei multipli (strutturalmente più bassi di quelli americani) ma di effettiva mancanza di crescita degli utili: in quest’area l’impatto del rallentamento degli emergenti sembra essere stato più evidente. In generale manca un chiaro fattore scatenante a giustificazione del movimento di mercato, se non una determinazione della Fed a continuare la normalizzazione dei tassi.

A questo punto la situazione sembra essere causata soprattutto da un problema di fiducia e da un deterioramento abbastanza repentino del sentiment di mercato, che potrebbe iniziare a temere che la parte più forte dell’espansione economica e della crescita dei profitti possa essere alle spalle. Tutto ciò è evidente all’interno della reporting season dal modo con cui vengono snobbati risultati trimestrali superiori alle attese (consuntivo = passato) sia in termini di utili che di fatturato, mentre ogni delusione sulla guidance (prospettive sui trimestri a venire = futuro) viene ferocemente punita dal mercato.

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