Il “timoniere” Powell indica la rotta

A cura di Larry V Adam CIO Americas and Chief Investment Strategist Deutsche Bank
Wealth Management


Come ampiamente annunciato dai contratti dei futures sui Federal Funds, nella riunione di mercoledì scorso la Federal Reserve ha deliberato di aumentare di 25 punti base il tasso di riferimento, portandolo da 1,75-2,00% a 2,00-2,25%. Si tratta della terza stretta monetaria di quest’anno, che aumenta il tasso di remunerazione dei Federal Funds al livello massimo da aprile 2008, e dell’ottava nell’attuale ciclo iniziato a dicembre 2015.
Basandoci sui grafici elaborati dalla Federal Reserve, prevediamo un altro aumento del tasso d’interesse a dicembre e altri tre nel 2019. Sarebbe un percorso più rigorista di quello previsto attualmente dal mercato, che per questo periodo di tempo sconta solo altri due aumenti del tasso d’interesse. Tuttavia nel 2019 il tasso di remunerazione dei Federal Funds probabilmente supererà il valore ritenuto “neutrale”.
Una strategia monetaria più restrittiva potrebbe iniziare a rallentare l’espansione economica e ridurre l’attrattiva degli investimenti ritenuti più rischiosi. Inoltre alcuni componenti del direttivo della Federal Reserve (Bostic e Bullard) hanno ammonito che i successivi provvedimenti di politica monetaria della banca centrale statunitense potrebbero causare l’inversione della curva dei rendimenti. In tal caso alcuni membri del consiglio della Federal Reserve potrebbero chiedere di rallentare il ritmo delle strette monetarie.
La traiettoria prevista dei futuri aumenti del tasso d’interesse è stata determinante per elaborare la nostra previsione dell’andamento degli strumenti finanziari nei prossimi 12 mesi. Ecco i nostri suggerimenti per le diverse tipologie di strumenti finanziari:
Azioni – Nei prossimi 12 mesi il contesto della politica economica e monetaria dovrebbe restare favorevole alle azioni. Pertanto prevediamo il graduale avvicinamento dell’indice S&P 500 a quota 3.000 grazie alla solidità dei fondamentali economici e al conseguente notevole incremento degli utili delle aziende. Basandoci sulle nostre previsioni di una crescita degli utili ampia e costante e di un aumento contenuto del tasso d’interesse, confermiamo la preferenza per i settori ciclici rispetto a quelli difensivi, privilegiando in particolare i titoli dell’informatica e della finanza. Tuttavia se il rendimento delle emissioni decennali del Tesoro superasse rapidamente il 3,50%, una maggiore cautela verso le azioni diventerebbe opportuna.
Reddito fisso – Nei prossimi 12 mesi la vivace espansione economica e le ripetute strette monetarie della Federal Reserve dovrebbero spingere al rialzo i tassi d’interesse dei titoli pubblici in tutto il mondo e l’emissione decennale del Tesoro statunitense dovrebbe raggiungere il 3,25%. Per questo motivo manteniamo la cautela sui titoli pubblici internazionali e confermiamo la preferenza per le emissioni a breve scadenza.
Valute – L’intensa espansione economica statunitense, la strategia monetaria più rigorista della Federal Reserve e i maggiori differenziali tra i tassi d’interesse, oggi i più ampi degli ultimi decenni, dovrebbero permettere un ulteriore modesto rialzo del dollaro. Pertanto prevediamo l’apprezzamento della valuta statunitense a quota 1,15 contro l’euro ed a 111 yen per un dollaro.
I dati economici della settimana La Federal Reserve non si è limitata ad aumentare il tasso d’interesse, ma ha tratteggiato un quadro roseo dell’economia, sottolineando “la forte accelerazione dell’attività economica”, alimentata negli ultimi mesi dalla spesa delle famiglie e dagli investimenti delle aziende. La Federal Reserve ne ha tenuto conto aumentando per la quarta volta consecutiva il PIL previsto del 2018, passato dal 2,70 al 3,10%. I numerosi e importanti dati economici attesi la prossima settimana dovrebbero confermare questa visione ottimistica della Federal Reserve.
Dopo il dato di lunedì 1° ottobre sull’indice ISM Manufacturing, il secondo dato saranno le vendite di autoveicoli, che per la prima volta negli ultimi tre mesi dovrebbero aumentare raggiungendo l’apprezzabile cifra annua di 16,90 milioni di unità. Infine venerdì 5 ottobre sarà pubblicato il dato dell’occupazione di settembre.

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