A cura di Bny Mellon IM
Un governo diviso non è certo una novità nell’esperienza USA. Per 50 anni nell’ultimo secolo, i poteri del Presidente, della Camera, del Senato sono stati divisi tra i due partiti. Quello attuale, però, sarà un governo fratturato per i prossimi due anni. La leadership democratica alla Camera spingerà diverse Commissioni a lanciare investigazioni sulle attività del Presidente, a rinegoziare le nomine e metterà sottopressione i capi delle agenzie perché ritraccino i loro passi sul fronte degli sforzi per la deregolamentazione. In tutto ciò rientra la pubblicazione dei dati fiscali del Presidente Trump, che sicuramente genererà notizie negative e contrasti con la Casa Bianca.
A nostro avviso, è improbabile che qualsiasi atto venga firmato come legge, perché ne i Democratici al Parlamento né il Presidente Trump vorranno concedere all’altra fazione una vittoria. Qualsiasi legislazione passata alla Camera che costituisca un’opportunità per i Democratici di lanciare la campagna elettorale nel 2020 morirà al Senato. Tuttavia, la coesione dal lato Repubblicano potrebbe infrangersi perché più di un rappresentante del partito attende con ansia le medesime elezioni. Dal canto suo, il Presidente Trump conterà maggiormente sulle azioni esecutive per raggiungere alcuni risultati. Ma la portata per tali azioni è orientata prevalentemente 0ai commerci e alle relazioni internazionali.
Questi risultati elettorali generano dei venti contrari all’attività economica per due ragioni principali. Anzitutto, l’incertezza sulle politiche economiche è un impedimento significativo alle decisioni di business nel settore privato; i manager e gli investitori saranno insicuri sulla direzione della legislazione futura, sulle normative e sulla loro applicazione, a partire dall’eventuale inversione dei tagli fiscali nel 2021. Qui, il margine della vittoria dei Democratici alla Camera è importante perché aiuta a prevedere le elezioni presidenziali. Gli investimenti delle aziende probabilmente subiranno una battuta d’arresto, soprattutto nel settore dell’energia, che richiede ingenti capitali e dove la distanza tra le posizioni dei Democratici e dei Repubblicani è particolarmente ampia. In secondo luogo, se il Presidente dovesse agire in maniera ancora più decisa sui commerci e sull’immigrazione, vi è il rischio che le tariffe e le restrizioni generino uno shock negativo e un costo per l’economia USA.
Queste forze si combineranno per rallentare la crescita economica, spingendo probabilmente la Federal Reserve a ridurre le intenzioni di rialzi dei tassi e spingendo gli investitori ad essere più attenti ai rischi.
Con i Democratici al controllo della Camera, ci aspettiamo che i mercati siano volatili nel breve termine, alla luce dei timori di un’indagine sul Presidente Trump e di un eventuale impeachment. Guardando alla storia degli Stati Uniti dal 1933 a oggi, le combinazioni di un Congresso diviso e di un Presidente Repubblicano hanno determinato performance di mercato superiori alla media. Dal 1946 a oggi, i mercati hanno teso al rialzo per i 12 mesi successivi alle elezioni di midterm quasi nel 100% dei casi. I dati fondamentali delle aziende dovrebbero restare solidi e le valutazioni USA sono attraenti, il che permetterà ai titoli di riprendersi dal rumore politico di breve termine.
Il settore finanziario potrebbe performare bene, perché la combinazione di valutazioni attraenti, buon andamento dei business e forti dati fondamentali saranno sufficienti a sovrastare la volatilità di natura politica. Attualmente, il settore finanziario ha le migliori prospettive di crescita dei dividendi all’interno dell’S&P 500.
Ci sono buone probabilità che un piano infrastrutturale sia ai primi posti dell’agenda del Presidente, che vede grande valore nei progetti di costruzione. Anche i politici locali adorano promettere agli elettori nuove strade e scuole. Il budget federale sarà ancor più in deficit e lo stimolo aggiuntivo potrebbe ‘surriscaldare’ l’economia USA di qui al 2020.
È probabile che il dollaro USA sarà più debole nei giorni a venire, perché i Democratici attenueranno alcune delle politiche estere più aggressive. Questo sarà positivo per i mercati emergenti nel breve termine, ma l’andamento dei tassi d’interesse continuerà a essere determinato dalla forza dell’economia USA dati i bassi livelli di disoccupazione che si traducono in aumenti dei salari – ne sapremo di più dopo la decisione della Federal Reserve di Raye, giovedì prossimo.