I magnifici cinque

A meno di due mesi da fine anno tra i principali listini azionari mondiali solo cinque vantano una performance positiva calcolata in euro. Nel dettaglio, in testa di questa particolare classifica, sui primi tre gradini del podio e con un ampio distacco dai rimanenti si posizionano tre indice a stelle strisce: il Nasdaq Composite con un +15%, seguito dal Dow Jones Industrial con un +11% e dall’S&P 500 con un +10,5%. Le altre due posizioni sono occupate, forse a sorpresa, da un indice azionario emergente, il brasiliano Bovepsa (+7,9%) e dal Nikkei 225 (+3%), benchmark per la Borsa nipponica. Poi una scia di performance negative in cui la peggiore è quella dell’indice cinese Csi 300 con un -21%.

Ovviamente, questi risultati non è detto che si ripetano in futuro, nemmeno in quello prossimo e nonostante le previsione di molti cosidetti “guru”.

Come comportarsi dunque? Un metodo, semplice ma che spesso si è rivelato efficace in ottica di medio termine, è (almeno sull’azionario) quello di osservare i multipli sottostanti ai principali indici. Che attualmente mostrano come i panieri più convenienti siano quelli del Vecchio Continente. Italia compresa, dove l’indice Ftse Mib evidenzia un rapporto tra prezzo e utili (P/E) stimato per l’anno prossimo dal consensus Bloomberg limitato a 10,5, contro un valore per esempio di 13,6 dell’Euro Stoxx 50, di 16 del Nikkei 225 e di oltre il 17 dell’S&P 500. Senza poi contare il redimento del dividendo atteso (sempre in base al consesus rilevato da Bloomberg), dove il paniere benchmark di Piazza Affari è tra i migliori con dividend yield superiore al 4%. In tal senso, meglio in Europa fa solo il Ftse 100 (4,5%).

Attenzione però: di per se stessi questi valori, benchè alletanti, non sono certo sufficienti ad attirare gli investitori (specie nel breve periodo), più attenti, a ragione o a torto lo si scoprirà solo in futuro, alle vicissitudini politiche che ai risultati societari e alle politiche di dividendo dei management delle diverse aziende.

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