Euro in discesa, pesa l’Italia

A cura di David Jones, Chief Strategist, Capital.com
L’inizio di questa settimana è stato piuttosto turbolento per gli investitori, che lunedì hanno visto il Dow Jones chiudere più basso di 600 punti. Il driver è qualcosa a cui ci siamo abituati negli ultimi mesi e presta costante attenzione alla valutazione dei pezzi grossi della tecnologia. Questa volta le preoccupazioni riguardano il calo delle vendite di iPhone: le azioni Apple sono scese del 5%, mettendo paura agli investitori e facendo scendere con sé anche il resto del mercato. Anche se il crollo è sostenuto, in realtà il risultato è stato semplicemente quello di aver riportato il mercato alla situazione in cui ci si trovava una settimana fa: per questo motivo in molti sperano che si tratti solo di una breve interruzione, prima che i titoli continuino il loro percorso di ripresa che prosegue da inizio novembre.
 
Meno sensazionale, ma probabilmente più rilevante, è stato lo scivolone dell’euro. Il tasso di cambio euro/dollaro è crollato sotto l’1,1300, raggiungendo livelli che non si toccavano da giugno 2017. L’indebolimento dell’euro è dovuto a una serie di fattori: l’attuale battaglia con l’Italia sul budget non è d’aiuto e la solidità del dollaro ha avuto il suo peso sulla valuta. La preoccupazione di molti per l’euro, è che questo potrebbe essere l’inizio di vendite ben più sensibili.
 
La debolezza del prezzo del petrolio continua e vede il greggio scendere sotto i 60$ a barile. Tale dato potrebbe supportare il mercato azionario nei prossimi mesi. Il prezzo è crollato di più del 20% dal picco ottobre e un minor costo dell’energia sarebbe ben visto sia dai consumatori, sia dalle imprese indistintamente. La sensazione è che questo crollo a breve termine sia esagerato, ma per ora è probabile che i trader affrontino ogni rimbalzo come nuova opportunità per vendere a prezzi più vantaggiosi.

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