Ciclo economico a un punto critico

Secondo Neuberger Berman, se l’economia globale riuscisse a superare indenne le prossime settimane senza particolari rallentamenti a causa del Brasile, dell’Italia, dell’elezioni di medio termine USA, della Brexit, della guerra commerciale, dell’inflazione statunitense in crescita o a causa del fallimento da parte della Cina nell’adozione di stimoli a sostegno della crescita interna o dell’incapacità dell’Europa e del Giappone di ridare slancio alla crescita, potrebbero esserci delle buone premesse per un proseguimento del ciclo economico nel 2019 e nel 2020.
Sembra un lungo elenco di rischi, ma molti sono interconnessi tra di loro e quindi contenibili. Quando il quadro sarà più chiaro e se il contesto sarà positivo, la ripresa in termini di sentiment sarà notevole, soprattutto nei mercati emergenti, che in passato hanno tendenzialmente recuperato dopo i sell-off.
In sintesi ecco la posizione di Neubeger Berman sulle varie asset class:

  • Azionario emergente: NB continua a mantenere una view sovrappesata sull’azionario emergente, con un occhio di riguardo sulle valutazioni relative dopo il sell-off di quest’anno. Argentina e Turchia sono considerate buone opportunità di investimento dal punto di vista value. Preferenza per i titoli governativi a breve duration in valuta forte, per via del loro rendimento interessante e per la moderata esposizione al rischio, seppur riconoscendo la possibilità di una ulteriore fase di incertezza.
  • Azionario USA: la view sull’azionario USA large, small e mid cap, rimane neutrale. Gli Stati Uniti hanno mantenuto una forte crescita economica a dispetto dei trend più deboli di Europa e Cina e si prevede beneficeranno da utili societari in crescita grazie alla riforma fiscale, soprattutto nel segmento small e mid cap. Ad ogni modo, il PIL potrebbe attenuarsi nel momento in cui i vantaggi della riforma fiscale e l’aumento delle scorte in magazzino, in risposta alle tensioni commerciali, si rifletteranno sugli utili societari. Queste tensioni commerciali e geopolitiche rappresentano un rischio, soprattutto per le large cap, così come il rischio che la Fed restringa la politica monetaria in modo troppo eccessivo o troppo in anticipo.
  • Azionario Paesi sviluppati (USA esclusi): la view rimane neutrale, con un leggero sovrappeso sul Giappone e sulle prospettive a lungo termine nei mercati emergenti. In Europa, gli indici PMI si sono stabilizzati a livelli inferiori, il che potrebbe suggerire una crescita più lenta, ma la BCE rimane accomodante, persino mentre si appresta a ritirare il suo programma di QE. Il rischio politico del bilancio italiano rappresenta una fonte di volatilità. In Giappone, uno Yen più debole potrebbe incrementare gli utili societari, mentre la BoJ rimane impegnata nella sua politica di yield targeting. Nei prossimi mesi, la BoJ potrebbe annunciare il suo piano di riduzione degli stimoli monetari. Infine, nel Regno Unito, le negoziazioni sulla Brexit stanno attraversando una fase travagliata, diventando un’ulteriore fonte di incertezza man mano che ci si avvicina allo scadere del tempo a disposizione per finalizzare l’accordo.
  • Obbligazionario: la view rimane sottopesata sulle obbligazioni governative, ma continua a ritenere opportuno sovrappesare i titoli indicizzati all’inflazione, il credito a breve duration e il debito dei Paesi emergenti.
  • Materie prime: la view rimane neutrale.
  • Hedge Funds: confermato il sovrappeso negli hedge fund a bassa volatilità, rivisto al rialzo la view per le strategie hedge direzionali, che passa da neutrale a sovrappesata.
  • Private Equity: la view rimane sovrappesata. Nonostante le valutazioni elevate, se si considera una modesta allocazione nel portafoglio, private equity e private debt appaiono interessanti rispetto ai titoli azionari e obbligazionari quotati, generando un premio di illiquidità e una volatilità inferiore in termini di mark-to-market.
  • Valute: neutrale su dollaro USA; underweight su Euro e Franco Svizzero, overweight su Yen giapponese e Sterlina Britannica.

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