Thanksgiving, settimana piatta sui mercati? Forse no…

A cura di David Jones, Chief Strategist, Capital.com

Per via dei festeggiamenti del Thanksgiving che si terranno negli Stati Uniti, questa settimana potrebbe rivelarsi più quieta del solito per quanto riguarda i mercati. Anche le notizie economiche sono piuttosto scarse. Tuttavia, ci sono ancora un paio di mercati interessanti per i trader, che potrebbero riservare qualche sorpresa.

Prima di tutto c’è la sterlina. Le continue oscillazioni della valuta britannica sono guidate quotidianamente da eventi politici più che economici. La scorsa settimana abbiamo assistito al crollo giornaliero della sterlina più memorabile degli ultimi due anni, da attribuire alle dimissioni dei ministri inglesi dopo la proposta di un accordo su Brexit da parte di Theresa May. L’instabilità che si percepisce nel governo inglese potrebbe essere un buono stimolo per la volatilità della sterlina in questa settimana, in cui la May deve affrontare la minaccia di una sfida sulla leadership. In ogni caso, non dovremmo essere eccessivamente pessimisti riguardo le prospettive della sterlina: anche se il crollo della settimana scorsa è stato significativo, i minimi degli ultimi tre mesi si sono mantenuti costanti nell’area del 1,2700 ed è quindi possibile che nei prossimi giorni assisteremo ad ulteriori riprese.

Il prezzo del petrolio è un altro fattore da valutare, poiché nelle ultime sei settimane ha subito un crollo inaspettato: ad ottobre negli Stati Uniti il greggio ha raggiunto picchi durati quattro anni arrivando a poco meno di 77$ a barile, mentre ieri il prezzo è sceso a soli 53,7$ al barile. La domanda per i trader è se questo scivolone sia giunto al termine o no. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una leggera ripresa e la vera sfida riguardo il prezzo del petrolio sarà capire se i 55$ continueranno ad essere una linea tracciata sulla sabbia.

I mercati azionari rimangono incostanti e prendono qualche direzione al ribasso sul breve termine. Si percepisce ancora una certa preoccupazione per l’eccessiva valutazione delle azioni tech, e le performance lente prevengono qualsiasi tipo di ripresa. La prossima potrebbe essere un’altra di quelle settimane caratterizzate da “un giorno su, un altro giù” se si considerano mercati azionari globali.

 

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