Promozioni nel Regno Unito

A cura di Morningstar

Brexit muove ancora i listini britannici e crea nuove occasioni per esporsi alla regione a tassi di sconto convenienti. La presentazione della bozza sull’accordo per l’addio del Regno Unito alla Ue ha prodotto le dimissioni di alcune figure importanti all’interno dell’Esecutivo guidato da Theresa May. A queste hanno fatto seguito forti vendite sul FTSE 100 che, sulla scia dei timori per una possibile crisi di Governo, ha perso nell’ultima ottava quasi tre punti percentuali (in euro).

Tesco e Royal Bank of Scotland hanno ceduto rispettivamente l’8,5% e il 15,5% (in euro). Le valutazioni degli analisti non hanno invece subito variazioni e le performance negative dei due titoli si sono tradotte nel loro upgrade nel Morningstar rating da tre a quattro stelle.

Le contromisure di Tesco funzionano
Tesco è il primo operatore nel mercato alimentare del Regno Unito, davanti a competitor come Sainsbury. L’elevato volume di vendite gli permette di beneficiare di forti economie di scala, ma l’elevato livello di competizione nel settore della grossa distribuzione alimentare impedisce anche ad aziende di grandi dimensioni come Tesco di realizzare rendimenti del calpitale generosi e sostenibili nel tempo. Per questo motivo gli analisti di Morningstar non riconoscono all’azienda un Economic moat.

“La società è reduce da uno dei periodi più bui della sua storia, ma gli ultimi risultati dimostrano che le contromisure apportate dal management stanno dando i loro frutti. Il management è intervenuto sul miglioramento dell’esperienza di acquisto in negozio, sull’introduzione di nuovi marchi e sulla revisione dei rapporti con i propri fornitori. I primi risultati di questo piano di rilancio sembrano incoraggianti, poiché Tesco mostra di essere in grado di gestire con più facilità i costi di produzione e i rincari prodotti dall’inflazione e dunque di migliorare i margini di profitto”, dice Ioannis Pontikis analista azionario di Morningstar. “Abbiamo recentemente deciso di alzare la stima del fair value da 2,30 a 2,53 sterline sulla base delle previsioni che indicano un tasso di crescita medio per i prossimi cinque anni del 3,6% e un margine Ebit in espansione di 100 punti base” (report aggiornato al 9 ottobre 2018).

Royal Bank of Scotland, il peggio è alle spalle
Royal Bank of Scotland (RBS) ha chiuso il 2017 in netto miglioramento rispetto all’esercizio precedente. La banca scozzese ha riportato un utile di 752 milioni di sterline, contro una perdita di sette miliardi del 2016, ma lo stato di salute dell’istituto di credito è ancora quello di convalescenza. “Sebbene RBS continui a sottoperformare la media dei suoi competitor in quanto a tassi di crescita, ci sembra che il management abbia imboccato la strada giusta per risolvere con successo i contenziosi legali e per recupere il terreno perso in questi anni sul campo della digitalizzazione dei servizi bancari”, dice Derya Guzel analista azionaria di Morningstar.

“La dismissione di asset non più centrali per il suo business e la concentrazione su segmenti chiave, come quelli della banca privata e commericale, hanno permesso di ridurre la complessità della struttura operativa e dunque di alleggerire il fardello dei costi, mentre ci aspettiamo che una volta risolti definitivamente i contenziosi legali Royal Bank of Scotland sarà in grado di riguadagnare la fiducia dei clienti e quindi di tornare a crescere a ritmi più sostenuti. Sulla base delle nostre previsioni, che indicano un progresso medio dei ricavi del 3%, la stima del fair value è pari a 2,90 sterline” (report aggiornato al 26 ottobre 2018).

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