Calo eccessivo prezzo del greggio?

A cura di Dws

Si è intensificata la tendenza ribassista del prezzo del greggio. Dall’inizio di ottobre al 15 novembre il prezzo della qualità WTI ha ceduto oltre il 23%, scendendo a 56 dollari al barile. Questo scivolone è attribuibile principalmente a tre fattori:

  • Il primo è la minore asprezza delle sanzioni statunitensi contro l’Iran rispetto a quanto previsto da alcuni. In particolare, gli Stati Uniti hanno concesso esenzioni a una serie di Paesi, che così potranno continuare a importare greggio iraniano.
  • Il secondo elemento è l’aumento della produzione. Il netto abbassamento dei punti di pareggio negli ultimi anni oggi permette alle società petrolifere statunitensi di estrarre greggio a costi notevolmente più economici. Ultimamente la produzione statunitense di petrolio ha raggiunto livelli record e anche quella russa ha fatto segnare il massimo storico del periodo post-sovietico.
  • Il terzo fattore sono i crescenti dubbi sull’intensità della domanda mondiale, suscitati dal rallentamento dell’economia in alcuni Paesi emergenti ed industrializzati. Questi apprensioni sulla domanda sono state ufficializzate dalle modeste proiezioni pubblicate la settimana scorsa dall’OPEC, che hanno depresso ulteriormente le quotazioni.

Tuttavia, a nostro avviso i timori degli operatori sul calo della domanda potrebbero essere eccessivi. L’economia mondiale è ben lontana da una recessione, e poiché le quotazioni hanno già scontato molti fattori di ribasso del prezzo del greggio, se la domanda internazionale resterà intensa nei prossimi 12 mesi ne prevediamo un lieve rincaro. Inoltre crediamo che il ribasso del prezzo del petrolio incoraggerà i consumi delle famiglie, dando un impulso all’espansione economica. Prevediamo nei prossimi 12 mesi una quotazione del greggio variabile tra i 55 e i 70 dollari al barile e confermiamo la previsione di un prezzo di 65 dollari al barile entro un anno.

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