Il mercato ha paura dell’Italia?

A cura di Morningstar
Il mercato si è messo alla finestra per osservare l’Italia. I fondi raccolti nella categoria Morningstar dedicata agli strumenti che investono nel Belpaese nelle ultime quattro settimane (fino al 28 novembre e calcolata in euro) ha guadagnato lo 0,9%, portando a -12,8% la performance da inizio anno. Negli stessi periodi, l’indice Morningstar Italy ha segnato, rispettivamente, +2,2% e -10%.
Indice Morningstar Italy
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Dati in euro aggiornati al 28 novembre 2018
Fonte: Morningstar Direct
L’atteggiamento prudente degli operatori alla base ha gli scontri del governo italiano sugli obiettivi della legge di bilancio. Dopo aver riesaminato la proposta di legge di bilancio per il 2019 presentata il 13 novembre dal governo italiano, la Commissione europea ha confermato l’esistenza di “un’inosservanza particolarmente grave” delle raccomandazioni del Consiglio dell’Ecofin. Alla base di tale valutazione c’è lo scostamento dell’1,4% del Pil tra il peggioramento strutturale del bilancio (0,8%) programmato dal governo italiano e la correzione (-0,6%) raccomandata dal Consiglio nel luglio 2018. “Questa è una violazione deliberata, importante e senza precedenti. Il Patto di stabilità e crescita prevede quindi che si passi dalle misure del meccanismo preventivo a quelle del meccanismo correttivo”, spiega una nota del team di ricerca di Amundi. La Commissione europea ha effettuato i primi passi per aprire la procedura d’infrazione per deficit eccessivo basato sul debito (PDE). Un processo che sarà comunque relativamente lungo. “Lo scenario più probabile è che la decisione del Consiglio di aprire la PDE sarà emessa al più tardi tra metà gennaio e metà febbraio in base ai passi previsti dalla procedura”, dice lo studio.
Visto che si tratta di una procedura per debito eccessivo, il monitoraggio dei progressi sarà probabilmente meno frequente (ogni sei mesi). “Tenuto conto dell’attuale contesto macroeconomico e, nell’ipotesi che ci sia la collaborazione del governo italiano, ci vorranno perlomeno tre anni per ristabilire il rispetto delle norme sul deficit e sul debito”, dice la ricerca.
Occhio alle banche
Osservazioni preoccupate sulla situazione della Penisola arrivano anche dalla Banca d’Italia. “I maggiori rischi per la stabilità finanziaria derivano dalla scarsa crescita e dall’alto debito pubblico”, spiega l’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria redatto da Via Nazionale, che si concentra sulla situazione del sistema creditizio italiano. “Nel settore bancario proseguono il miglioramento della qualità del credito e il recupero della redditività”, spega il report. “Le tensioni sul mercato dei titoli pubblici hanno tuttavia determinato un peggioramento degli indicatori di liquidità e di patrimonializzazione e un aumento dei rischi di mercato”.
Nella tabella sottostante sono riportati i fondi specializzati sull’equity Italia che hanno la maggiore esposizione netta alle banche del paese.
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