Italia, 7 settimane per un direttore finanziario!

La crisi è al culmine in Italia: basti guardare ai dati sul prodotto interno lordo, crollato del 6% nel primo trimestre segnando un calo storico. Ma esistono ancora settori dove le aziende faticano a trovare candidati qualificati. Come l’amministrazione e finanza.

I recruiter segnalano una ricerca costante di candidati per ruoli di gestione finanziaria, controllo di gestione e contabilità, controllo finanziario e, più in alto nella scala gerarchica, di direttore finanziario. “Le aziende italiane hanno sempre più bisogno di solide figure amministrative e finanziarie, consapevoli che queste siano un asset decisivo per essere competitivi sul mercato”, dice Vittorio Villa, managing director di Robert Half. “È opportuno sottolineare, tuttavia, come allo stesso tempo i manager sono portati a sviluppare strategie più efficaci per evitare la perdita dei dipendenti di maggior valore, ad esempio ripensando la struttura dei propri team o ridistribuendo i carichi di lavoro.”

Secondo il Global Financial Employment Monitor, un sondaggio svolta da Robert Half fra 4.800 direttori finanziari e delle risorse umane di 21 Paesi del mondo tra cui l’Italia, le difficoltà emergono già in fase di selezione: i datori di lavoro devono dedicare sempre più impegno e tempo ai colloqui con l’obiettivo di individuare il candidato ottimale. In media, in Italia il reclutamento di una figura di staff richiede 7 settimane e 3,3 colloqui (contro la media mondiale di 6,8 settimane e 2,8 colloqui), tempi che salgono rispettivamente a 10,5 e 4,4 quando si ricercano livelli manageriali (contro 8,5 e 3,2 del totale globale).

Il contesto economico sta inoltre influendo sulla struttura degli uffici amministrazione e finanza delle aziende e nell’organizzazione del personale, osserva il team editoriale di eFinancialCareers: si assiste a blocchi delle assunzioni e consolidamento di ruoli. Ma, a sorpresa, emerge anche che solo il 21% degli intervistati italiani ha assistito a tagli di personale presso la propria azienda, contro il 37% della media globale.

L’aver un’esperienza nel controllo di gestione, magari a livello internazionale, è secondo i recruiter una delle prerogative di chi vuole puntare in futuro al ruolo di Chief Financial Officer (CFO). “In questo momento congiunturale in cui le aziende devono lavorare sul contenimento dei costi (più che sui ricavi) la funzione ha un ruolo ancora più strategico e la dimestichezza con il business è determinante”, commenta Sandro Sereni, senior partner di MPS Italia. “L’iter di crescita in azienda è veloce per i talenti, già a 40 si può diventare CFO”, dice Sereni, ed è “interessante segnalare la probabile futura maggior presenza femminile nel ruolo, essendo la nuova generazione di controller molto più ‘rosa’ che in passato ”.

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