World Wealth Report: 164.000 i milionari nel Belpaese

Nel 2007 in Italia esistevano 207.000 individui con più di 1 milione di dollari tra asset finanziari e immobiliari. Lo scorso anno questa cifra è scesa a 164.000 individui (-20,8%)

I motivi di una tale flessione sono ovvi. La crisi prima di tutto, un paese dall’economia traballante in seconda battuta. Lo scorso anno il mercato azionario italiano si è deprezzato di quasi la metà rispetto i massimi del 2007, cosa che ha contribuito non poco a deprimere i patrimoni degli HNWI. A questo primo fattore si accompagna una crescita economica particolarmente bassa (il Pil nel 2008 è cresciuto di un misero 1%) mentre anche il mercato immobiliare, storico rifugio degli italiani, non ha saputo proteggere il calo degli asset con una contrazione del 7,5%.

PER IL FUTURO SI GUARDA CON SPERANZA ALLO SCUDO FISCALE

I driver di crescita per i ‘ricconi’ del nostro paese non sono molti e quelli che ci sono cedono il passo alle inziative prese da altri stati.

Quello che dovrebbe rilanciare l’economia interna, e con questa la ricchezza del paese, si basa su un pacchetto di incentivi pari a 1 miliardo di euro a cui si accompagnano timide speranze per una ripresa dell’export e dei consumi. “L’Italia ha risentito come gli altri paesi della crisi finanziaria, fortunatamente, a differenza di altre realtà europee, l’elevata propensione al risparmio degli italiani e il loro basso indebitamento rispetto al Pil ha fatto da tampone al crollo dei patrimoni” dice Mauro Mazzucchielli, vice presidente di Capgemini Italia.

Qualche timida speranza per il rilancio del settore del wealth management poggia INVECE sul tanto sbandierato scudo fiscale, annunciato dal Governo in più occasioni: “C’è ancora poca chiarezza sui tempi e modi del prossimo scudo fiscale – dice Isabella Fugazza sales manager di Merrill Lynch Global Management – certo qualora dovesse avvenire sarebbe una buona occasione per tutta l’industria del risparmio e per l’intero paese.”

Alla domanda se fosse possibile quantificare i capitali che potrebbero rientrare, Fugazza dice: “non esiste niente di ufficiale ma secondo nostre consultazioni interne e basandoci su quanto riportato dai giornali, la cifra più ottimistica parla di 60 miliardi di euro che potrebbero rientrare nel paese”.

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