Attenzione alla curva dei rendimenti: l’outlook di EdR

A cura di Benjamin Melman, CIO Asset Allocation and Sovereign Debt di Edmond de Rothschild Asset Management

Nonostante le tensioni politiche e geopolitiche, né l’oro né le criptocorrenti si sono dimostrate resistenti. Anche quest’anno, come nel 1994, i paradisi sicuri e la diversificazione, a eccezione dei mercati monetari, non sono stati d’aiuto. Nel 2018, la liquidità globale ha subito un netto rallentamento, dato che sia la BCE che la Banca del Giappone hanno anche ridotto l’espansione del bilancio.
E sebbene queste mosse siano state chiaramente annunciate fin dal primo giorno, è molto probabile che abbiano pesato sui mercati più del previsto. Nella misura in cui l’allentamento quantitativo ha contribuito a promuovere l’attività in un mercato, il calo di liquidità rappresenta chiaramente un ostacolo. Siamo infatti passati da un bicchiere mezzo pieno a mezzo vuoto.
I recenti sconvolgimenti del mercato e un’ulteriore attenuazione della curva dei rendimenti negli Stati Uniti hanno suscitato preoccupazioni per l’avvicinarsi della recessione, suggerendo che i portafogli dovrebbero ridurre l’esposizione al rischio. Ma per quanto riguarda l’inversione della curva dei rendimenti, l’estremità breve – la misura preferita della forza del ciclo della Fed – non ha ancora visto alcuna inversione.
E in ogni caso, il periodo tra un’inversione e una recessione reale può variare in modo significativo. Riteniamo che la curva dei rendimenti di oggi suggerisca semplicemente che il ciclo statunitense è maturo. Ma non vediamo indicatori avanzati di una recessione come la caduta dei margini, l’aumento della pressione e condizioni di prestito più difficili da parte delle banche. Siamo d’accordo sul fatto che il rallentamento economico potrebbe avere un impatto maggiore sulla seconda metà, specialmente in Europa, ma non condividiamo l’opinione che si sta profilando una recessione.
L’attuale volatilità del mercato rispecchia essenzialmente le condizioni finanziarie più strette a causa dell’azione della banca centrale. Queste condizioni potrebbero deteriorarsi un pò di più l’anno prossimo, a causa della contrazione del bilancio da parte della Fed e della fine del programma di acquisto di attività della BCE, ma il cambio dovrebbe essere più modesto rispetto a quest’anno.
La nuova opzionalità della Fed rispetto all’inasprimento potrebbe anche tradursi in condizioni monetarie più favorevoli. Poiché esiste la possibilità che la crescita globale possa subire solo un lieve rallentamento nel 2019, rimaniamo investiti e leggermente sovrappesati nelle azioni.

 

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