I vantaggi delle mid cap

A cura di Philip Macartney, Gestore di portafoglio, Azionario britannico di Columbia Threadneedle Investments
Quarantadue partite, 27 vittorie, otto sconfitte e incoronati campioni con 89 punti: questo è il record messo a segno dai Blackburn Rovers con il trionfo in Premier League nel 1994-95, 81 anni dopo la loro ultima vittoria nella massima serie nel 1914. L’ascesa travolgente della squadra al vertice del calcio inglese colse molti di sorpresa, poiché nessuno immaginava che il motto del club, Arte et labore (con maestria e impegno), avrebbe  dato i suoi frutti nel corso della stagione, consacrando Shearer  e Sutton  eterni campioni di questo sport. Gli apparentemente inarrestabili biancoblu sembravano trovarsi in uno stato di grazia, ma solo quattro  stagioni più tardi la squadra fu retrocessa.
All’estremo opposto dello spettro troviamo un altro club del Lancashire. Infatti, mentre  i Blackburn Rovers vincevano il titolo nel 1995, la stagione successiva si concludeva con la retrocessione dalla Premier League del Manchester City, che fu poco dopo relegato  nella terza serie, suscitando nei fan il timore che gli Sky Blues non sarebbero mai più scesi in campo  contro i migliori  dei migliori.
Questa preoccupazione si rivelò lievemente prematura. Com’è noto il Manchester City si è rimesso in piedi con grande  stile dopo una lunga fase di rinnovamento, diventando  la squadra che tutti temono di incontrare. A differenza dei Blackburn Rovers, gli Sky Blues sono passati dall’essere un club regionale a divenire una delle squadre più famose del pianeta.
Queste due storie dimostrano come i risultati a breve termine possono giocare un ruolo nel determinare il “rating emotivo” o la percezione del successo a lungo termine delle squadre. Naturalmente, una dinamica del genere  si verifica ogni giorno anche  nel mercato  azionario. Se aveste saputo in anticipo di eventi “negativi” come il fallimento di Long-Term Capital Management, lo scoppio della bolla delle dot-com, la crisi finanziaria globale e la crisi europea, avreste cambiato idea sull’opportunità di investire nel mercato  azionario? Analogamente, gli interrogativi di oggi riguardo al futuro vertono sull’impatto dei dazi, sulle relazioni a lungo termine tra Cina e Stati Uniti, sulla crisi delle vendite al dettaglio tradizionali e sulla parola più temuta  e abusata del 2018: la Brexit.
La Figura 1 mostra il rendimento totale del britannico FTSE 250  Index rispetto ad altri tre indici nell’arco di tempo  in cui si sono verificati tutti gli eventi di cui sopra. Chi avesse investito GBP 100 nel FTSE 250  nel 1995  (invece di scommettere su un bis dei Blackburn Rovers in Premier League) oggi avrebbe  un rendimento teorico di GBP 1.221, pari a circa 12 volte l’esborso iniziale. In confronto, un investimento nell’MSCI World Index avrebbe  reso il 50% in meno e lo stesso importo investito nel FTSE 100  avrebbe  fruttato una somma ancora  minore.

MA CONVERRÀ INVESTIRE PROPRIO ADESSO?
I critici potrebbero giustamente osservare che nel 1995 l’indice era estremamente sottovalutato rispetto oggi. In altre parole, non sarebbe meglio puntare sul FTSE 100 in un’ottica futura, visto il rapporto prezzo/utili (P/E) più basso di quest’indice?
Nel 1995 il FTSE 250 aveva un P/E di 12,9x calcolato sugli utili dei 12 mesi precedenti. Oggi, sulla stessa base, abbiamo un P/E di 13x (Figura 2). L’indice è riuscito a mantenere il suo P/E sostanzialmente invariato nonostante la flessione dei tassi d’interesse dal 6,75% allo 0,75% nel medesimo orizzonte temporale. Del rendimento del 1.121% offerto dal FTSE 250 in questo periodo, un ragguardevole 0,7% è imputabile al rerating (o aumento delle valutazioni) dell’indice, che non è certo un motore dei rendimenti a lungo termine. Piuttosto, l’utile per azione è cresciuto del 991%, ovvero del 10,48% all’anno.
Una delle frasi più famose attribuite a Benjamin Graham – “Nel breve periodo il mercato azionario è un dispositivo di voto, ma nel lungo periodo è una macchina per la pesatura” – non potrebbe essere più calzante in queste circostanze. Giorno dopo giorno (e anno dopo anno) gli investitori azionari che puntano a conseguire rendimenti a breve termine continuano a sfruttare l’andamento altalenante (e spesso casuale) delle valutazioni. Ma il vero valore intrinseco nell’investimento risiede nel trovare una crescita sostenibile a lungo termine degli utili, usando i rating a breve termine per acquistare attivi a prezzi accettabili.

AVVISO DI PERICOLO PER LE MID CAP?
L’investimento in indici di mid cap è forse accompagnato da un avviso di pericolo, poiché i rendimenti offerti sono associati a una dose molto più elevata di rischio? La Figura 3 mostra mette a confronto una unità di rendimento (su 12 mesi mobili) rapportata a una unità di rischio (volatilità su 52 settimane) per gli indici FTSE 100 e FTSE 250. Quando l’area ombreggiata in blu del grafico è positiva, l’indice FTSE 250 offre un rendimento maggiore per unità di rischio rispetto al FTSE 100. La conclusione è abbastanza evidente.

FILO E CARTONE
La crescita è il pilastro dei rendimenti a lungo termine e alcune società incluse nell’indice di mid cap sono idealmente posizionate per trarne vantaggio. Un possibile motore di crescita è l’innovazione, come nel caso di una delle aziende in cui siamo investiti, Coats plc. Questa società ha preso un tipo di filo tradizionalmente impiegato nelle cuciture delle camicie e lo ha utilizzato per realizzare le tomaie di scarpe da ginnastica superleggere o fibra di carbonio per la produzione di auto sportive.
Un’altra fonte di crescita è la globalizzazione, come dimostra un’altra delle nostre partecipate, DS Smith plc. Dieci anni fa l’azienda produceva  carta e imballaggi nel Regno Unito, ma attraverso una serie di acquisizioni ha rafforzato la sua posizione in Europa e negli Stati Uniti, stringendo diversi accordi globali con importanti società di beni di largo consumo. Ciò ha successivamente incrementato il suo potenziale di utile.
Le mid cap in grado di utilizzare il proprio know-how, di innovare con successo, di sfruttare  la propria posizione di mercato  o di far leva sulla propria solidità finanziaria per crescere usciranno probabilmente dalle fasi di incertezza ancora  più forti in vista del prossimo ciclo economico.
ESECUZIONE  DELLA STRATEGIA
Negli ultimi 18 mesi abbiamo scelto di concentrare la nostra strategia su posizioni high convinction. La strategia Threadneedle Mid 250  investe in circa 40 azioni selezionate sulla base dei fondamentali societari in un’ottica bottom-up. Il nostro processo si concentra su quattro  principi chiave per trovare l’investimento ideale, ponendosi domande su:

  • Modello di business: l’azienda è in grado di generare cash flow in modo sostenibile? Quali sono le barriere all’entrata? L’azienda offre prodotti/servizi che le assicurano un pricing power? Quanto sono visibili i flussi di ricavi?
  • Posizione di mercato:  l’azienda ha posizioni di leadership sul mercato? Qual è la struttura del settore e dove si colloca nella catena di produzione? L’azienda è in grado di esercitare potere sui suoi fornitori? Qual è l’importanza che riveste per i suoi clienti?
  • Solidità finanziaria: quanto  è robusta la struttura dei margini? Il bilancio ha una solida base di attività? L’azienda ha un livello di indebitamento eccessivo che potrebbe rivelarsi insostenibile nell’arco del ciclo?
  • Management: come è organizzata l’azienda? Ha una strategia coerente? Qual è il track record dei dirigenti? Come sono retribuiti?


Pur non essendo un elenco  esaustivo, questo impianto analitico ci permette di costruire un portafoglio focalizzato, equilibrato ed efficiente. Ogni decisione di allocazione del capitale ha un costo, e la presenza di numero ridotto di posizioni favorisce una sana tensione nell’assicurare che solo le migliori idee trovino spazio nel fondo. Il nostro obiettivo è investire in un’ottica di lungo periodo, in modo da sfruttare il potere  della crescita composta degli utili. La volatilità a breve termine dei corsi azionari offre agli investitori la possibilità di acquistare questi titoli a prezzi accettabili. I mercati azionari hanno  la tendenza a scontare nelle quotazioni il flusso di notizie a breve termine (o “rumore”) in modo molto efficiente, ma a rispecchiare il valore a lungo termine delle imprese in maniera molto inefficiente. È questa la discrepanza che cerchiamo di sfruttare  a nostro vantaggio, concentrandoci sulla “pesatura” piuttosto che sul “voto”.

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