Bilanci più solidi e minor indebitamento per le famiglie Usa

A cura di Nathan Sheets, chief economist di PGIM Fixed Income, gestore delegato di Pramerica SGR
Dopo oltre dieci anni dal crollo di Lehman Brothers, è interessante valutare come l’economia globale e l’universo della finanza siano cambiati dal 2008 a oggi. In particolare, tra gli indicatori economici, è importante analizzare il livello di spesa dei consumatori USA e la sua sostenuta riduzione nel tempo.
Negli ultimi anni il tasso di risparmio statunitense è stato superiore rispetto ai dati storici e l’indebitamento delle famiglie significativamente più basso. Negli anni immediatamente successivi alla crisi finanziaria, le famiglie hanno ridotto il proprio indebitamento e  “risanato” i propri bilanci, facendo emergere un nuovo paradigma, caratterizzato appunto da livelli d’indebitamento più bassi e da un aumento del risparmio. Il risultato è stato sì una crescita solida dei consumi statunitensi ma – a differenza di molti cicli precedenti – non si è assistito a un’impennata. Questa “disciplina” delle famiglie ha contribuito al mantenimento di una crescita moderata del PIL nella fase espansiva e al perdurare della durata dell’attuale ciclo economico.
Alla luce di tutto ciò, bisogna tenere in considerazione la possibilità che i consumatori, presto o tardi, tornino ai livelli di spesa precedenti questa fase. É quindi importante interrogarsi sui motivi alla base di questa maggiore attenzione alle scelte finanziarie delle famiglie. Sono coinvolte forze molto ampie: in primis, i consumatori sembrano aver imparato una lezione dalla crisi finanziaria e tendono a gestire con più attenzione i propri bilanci. Inoltre, a seguito di un intensificarsi dei controlli da parte del regolatore, le istituzioni finanziarie hanno ridotto la disponibilità di credito. Uno dei rischi principali è che gli stakeholder principali – le famiglie, le istituzioni finanziarie e i regolatori appunto – a un certo punto si dimentichino la lezione della crisi. In ogni caso, è incoraggiante che, a oggi, questo cambiamento nel comportamento dei consumatori persista.
Un altro aspetto importante è rappresentato dal fatto che i dati aggregati nascondano delle profonde diseguaglianze – e quindi dei potenziali punti deboli – all’interno del contesto delle famiglie. Mediamente i consumatori sembrano avere una situazione finanziaria “più sana”, tuttavia una gran parte sta affrontando delle difficoltà. Ad esempio, il 40% delle famiglie (la fascia meno abbiente) detiene solo il 10-11% della ricchezza nel suo complesso.  Il miglioramento del bilancio familiare che si è osservato nell’ultimo decennio si è concentrato soprattutto nel 10-20% della popolazione (la fascia più facoltosa). Questa disuguaglianza nella ridistribuzione del reddito potrebbe rappresentare un rischio per la crescita e per la stabilità nel medio termine.
Tuttavia, attualmente, in assenza di questo tipo di problematiche, crediamo che la maggiore attenzione dei consumatori USA possa essere una fonte di stabilità e di resilienza per l’economia globale. Considerato, infatti, che il totale dei risparmi delle famiglie statunitensi è superiore a 15.000 miliardi di Dollari, pari a circa il 75% del PIL statunitense e al 20% del PIL globale, queste osservazioni risultano essere di grande importanza anche per il resto del mondo.

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