Preferenza al Giappone, in sottopeso sugli Usa

A cura di Pictet Am
È poco probabile che il mercato azionario globale metta a segno un robusto  rally di fine anno. Anche dopo l’ultima correzione, che ha fatto perdere alle azioni mondiali un ulteriore 1% a novembre, rimaniamo  cauti. Una crescita economica in rallentamento e tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti non promettono bene per il mercato azionario.
Anche le previsioni per i profitti societari  non paiono particolarmente brillanti. In ogni settore le aziende stanno registrando il maggior numero  di contrazioni  delle aspettative di utili degli ultimi due anni: la crescita degli utili societari globali sembra destinata a dimezzarsi  al 7% nel prossimo anno, dall’attuale 13%.
Manteniamo un assetto sottopesato sugli Stati Uniti. Prevediamo che la crescita degli utili societari  negli Stati Uniti scenda al 7% dal 23% di quest’anno, la flessione più pronunciata tra tutte  le principali regioni.
Il Giappone rimane una delle nostre  regioni preferite. Nonostante l’economia stia risentendo del rallentamento della crescita delle esportazioni, il suo mercato azionario scambia ancora a valutazioni interessanti. La ridotta leva societaria delle società giapponesi costituisce un altro vantaggio: in media queste hanno un rapporto debito netto/EBIDTA dell’1,48%, inferiore a quello delle omologhe dei mercati  sviluppati.
Rimaniamo neutrali sull’eurozona. Nonostante un lieve miglioramento a livello economico e valutazioni azionare relativamente a sconto, le preoccupazioni per il debito italiano potrebbero aumentare nei prossimi mesi e incidere sull’attività economica.
I titoli dei mercati  emergenti sono tuttavia  interessanti. L’attività economica nei Paesi in via di sviluppo tiene meglio rispetto  a quella dei Paesi avanzati,  grazie soprattutto alla resilienza della Cina.
I titoli dei mercati  emergenti hanno quotazioni interessanti – in larga parte  perché le valute emergenti sono scambiate ben al di sotto la nostra  stima del loro valore equo. Anche le sempre più diffuse aspettative che la Fed possa  rallentare il ritmo del restringimento monetario nel prossimo anno, con il conseguente indebolimento del dollaro,  dovrebbero aiutare i mercati  emergenti.
Inoltre, molti investitori sono ancora cauti sui mercati  emergenti nel complesso – un dato che a noi pare un indicatore di un possibile posizionamento ottimistico  contrarian.
ULTERIORI CORREZIONI IN FUTURO PER I TITOLI PIÙ SENSIBILI AL CICLO ECONOMICO?
Performance dei titoli ciclici rispetto a quelli difensivi, indicizzata

Fonte: Thomson Reuters Datastream. Dati relativi al periodo 27.11.1985 – 28.11.2018
Per quanto riguarda i settori azionari, abbiamo ridotto l’esposizione ai titoli legati ai materiali e all’energia, per via della volatilità sui mercati  delle materie prime.
Abbiamo anche rivisto al ribasso il nostro sovrappeso sul settore sanitario, in parte  per via di valutazioni care e in parte per l’incertezza  sulla normativa negli Stati Uniti, dove i prezzi dei farmaci potrebbero essere uno dei pochi argomenti di accordo tra Democratici  e Repubblicani in una legislatura  spaccata.
Riteniamo che i titoli difensivi sovraperformeranno le controparti cicliche. I titoli legati ai beni di consumo voluttuari e all’IT sono scambiati a valutazioni insolitamente elevate,  che li rendono  particolarmente vulnerabili al rallentamento economico. Per questa ragione, abbiamo aumentato la ponderazione delle società di servizi di pubblica  utilità portandola a neutrale.

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