Sostenibilità ok, solo se reale però

Di Sacha Bernasconi, Senior Portfolio Manager, Syz AM

Oggi, sono molti gli strumenti d’investimento considerati sostenibili. Non c’è da stupirsi se i non addetti ai lavori si interrogano su come orientarsi in questa giungla di possibili definizioni di sostenibilità. Una definizione chiara e incontestabile viene dalle scienze naturali. L’emissione causata dall’uomo di gas serra, in particolare di biossido di carbonio (CO2), è responsabile del cambiamento climatico e dell’aumento delle temperature. Il grafico sottostante mostra l’andamento storico di tali emissioni. La linea verde indica come intervenire per non superare un aumento di massimo 1,5/2 °C: ridurre le emissioni di CO2 a zero entro il 2050.

La drammaticità delle conseguenze del cambiamento climatico è tale che è ormai palese l’obbligo di raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni. 

Riscaldamento, inondazioni e piste da sci verdi

Per effetto del cambiamento climatico, in Svizzera le precipitazioni registrate si sono ridotte di circa un quarto e ci sono stati un numero nettamente superiore di giorni caldi. Le estati record del 2003 e del 2018 diventeranno la normalità nei prossimi anni. Al contempo, aumenteranno i giorni con precipitazioni record e, quindi, si avrà un maggior numero di inondazioni. In inverno, la quantità di neve sarà nettamente inferiore.

Le imprese accolgono favorevolmente l’Accordo di Parigi

L’Accordo di Parigi sembra offrire una via di uscita da questo trend apparentemente inarrestabile: abbandonare completamente il consumo di combustibili fossili. Il passaggio alle energie rinnovabili è possibile, come dimostrato dalle imprese di tutto il mondo che hanno già raggiunto l’obiettivo di Parigi 2050 o intendono raggiungerlo entro il 2050. Fra queste vi sono il fornitore di energia danese Ørsted, in passato di proprietà statale (in precedenza: Danish Oil and Natural Gas), un’impresa che ha abbandonato l’attività con i combustibili fossili e intende ora soddisfare il fabbisogno con le energie rinnovabili.

Ad esso si contrappone la Svizzera, che cerca di ridurre le emissioni di CO2 almeno a livello nazionale. Malgrado gli sforzi, il risparmio di 1,3 milioni di tonnellate di CO2 del 2017 è insufficiente. Anche i fondi pensione possono contribuire investendo i propri patrimoni nelle imprese che emettono i cosiddetti “green bond”.

I vantaggi dei green bond

Innanzitutto, questa classe di investimento consente di costruire un portafoglio globale che, in termini di rischio, rendimento e liquidità, non ha niente da invidiare alle obbligazioni tradizionali. Con i green bond, i fondi sono investiti a destinazione vincolata, ossia in imprese con un comprovato impegno nel rispetto dell’Accordo di Parigi, talvolta perseguito mediante l’adozione misure drastiche. Inoltre, tali imprese devono documentare ogni anno la quantità di CO2 risparmiata.

Infine, il mercato dei green bond ha avuto uno sviluppo autonomo, senza disposizioni normative specifiche. Ciò significa che le imprese sono riuscite a finanziare progetti economicamente redditizi, che risolvono la più urgente delle problematiche legate alla sostenibilità: la riduzione sostanziale delle emissioni di CO2. È ovvio che ciò sia anche nell’interesse dei destinatari dei fondi pensione, tanto più che la Svizzera ha ratificato l’Accordo di Parigi.

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