Tutto è iniziato il 12 dicembre 2008 quando Bernie Madoff, classe 1938, d’accordo con i figli Mark e Andrew, si consegna alla autorità statunitensi dichiarando di aver rubato 50 miliardi di dollari in quello che poi si rivelerà la più grande frode finanziaria di tutti i tempi (superiore anche a quanto fece Carlo Ponzi, italiano di Parma, truffatore doc dei primi anni trenta da cui il detto Ponzi Scheme).
Da allora Bernie, la sua famiglia e tutti i suoi collaboratori sono diventati l’icona della finanza spregiudicata (tutta a stelle e strisce) facendo partire una soap opera mediatica infinita fatta di miliardi, personaggi illustri, morti suicidi, mafia russa, circoli ebraici, ville e chi più ne ha più ne metta.
(Nella foto a sinistra Bernie con la compagna di sempre, la moglie Ruth)
Madoff, vero e proprio genio della truffa per modi e dimensioni del suo raggiro globale, ha avuto la sfortuna di incappare nell’unica variabile che non poteva prevedere: la peggiore crisi finanziaria degli ultimi 70 anni.
Durante gli interrogatori subito dopo il suo arresto, Madoff infatti dichiarerà che avrebbe potuto continuare la sua attività fraudolenta ancora per molti anni e comunque almeno fino alla sua morte (Madoff infatti sperava di morire prima di essere scoperto, così il segreto della sua truffa sarebbe morto con lui).
Sfortunatamente non è andata così e oggi Madoff paga per tutti.
Paga la totale assenza di controlli da parte di tutte le sigle americane poste a tutela del risparmio privato (SEC, FBI, FDIC ecc).
Autorità cieche di fronte all’attività di un gruppo, la Bernard L. Madoff Investment Securities LLC, che arriva a gestire 50 miliardi di dollari senza nemmeno essere registrata presso la Sec (la registrazione arriverà solo nel 2006).
Paga per i famosi feeder fund: cani famelici bravi solo a ‘propagare’ il morbo delle performance fasulle in giro per il mondo (Walter Noel, cofondatore del feeder fund Fairfield Greenwich, il fondo più coinvolto nel crac con 7,5 miliardi di dollari di perdite, ha costruito un vero e proprio network internazionale di marketing utilizzando l’avvenenza delle sue splendide 5 figlie, sposate con altrettanti banker impegnati a vendere i fondi fasulli per tutto il mondo, e la moglie brasiliana, ben introdotta tra i ricconi del sudamerica)
(Nella foto a sinistra Walter Noel con tutta la numerosa prole)
Paga per tutti i suoi investitori e la ricchissima enclave ebraica di New York, che per anni si sono fidati della parola del ‘genio’ senza mai chiedere conto (o voler chiedere) di performance incredibili per non dire insostenibili (molti clienti di Madoff non sapevano nemmeno chi fosse Bernard Madoff).
Paga per gli americani, popolo di investitori che vanta una quota del patrimonio investito in azioni tra i più alti del creato: una paese che misura tutto in performance, rendimenti e numeri e sotto il peso dei numeri (inventati) ha perso tutto.
In questa ‘soap opera’ Bernie Madoff non esce vincitore ma primo attore. Lui con la sua voglia di emergere e raggiungere il successo come ogni buon americano (il classico american’s dream) riesce a passare da ‘umile’ bagnino a uno degli uomini di punta della grande mela raggiungendo la presidenza del Nasdaq e arrivando a gestire buona parte degli scambi della borsa di New York.
Con la sentenza di oggi l’America (e tutti i truffati del mondo) cercano vendetta, invocando una pena esemplare per l’uomo che gli ha fatti sognare (e arricchire) per oltre vent’anni ma che ha avuto la pessima idea di svelare il suo gioco di magia, mandando in fumo quei soldi e quelle performance che non torneranno mai più. Nemmeno tra 150 anni.