Nuove occasioni tra le azioni europee

A cura di Francesco Lavecchia, Morningstar
Il rating Morningstar premia due deluse dal mercato. Sainsbury e UniCredit hanno sottoperformato i listini di riferimento nell’ultima ottava cedendo rispettivamente l’8,85% e l’1,15% (in euro) e ora sono scambiate a un tasso di sconto superiore al 25% rispetto al loro fair value.
Promosso l’accordo con Asda
Sinsbury (SBRY) è uno dei maggiori player all’interno dell’industria della distribuzione alimentare nel Regno Unito. Ma, nonostante il suo forte orientamento verso il segmento di clientela più benestante, non è riuscita a costruirsi una posizione di vantaggio competitivo (Economic moat) a causa della forte concorrenza sul mercato. “Il management ha provveduto a razionalizzare i costi operativi e a finanziare nuove acquisizioni che potessero produrre importanti sinergie, come quella di Argos. Questi interventi permetteranno all’azienda di aumentare i margini di profitto nel breve periodo. Ma senza un’acquisizione di grossa portata come quella proposta ad Asda non sarà in grado di fare il salto di qualità verso un livello di profittabilità superiore alla media”, dice Ioannis Pontikis analista azionario di Morningstar.
“L’accordo tra Sainsbury e Asda è vincolato all’ok delle autorità del mercato britannico e permetterebbe a SBRY di diventare il principale operatore del paese, nonché di aumentare il numero di punti vendita e di guadagnare potere contrattuale nei confronti dei fornitori. Nel nostro modello previsionale ipotizziamo il successo di questo deal e dunque una crescita media del fatturato del 13% nei prossimi cinque anni. Sulla base di queste aspettative la stima del fair value del titolo è pari a 3,6 sterline” (report aggiornato all’otto novembre 2018).
La vera sfida di UniCredit è la redditività
UniCredit ha sofferto in Borsa l’annuncio della revisione al ribasso delle previsioni per il 2019 relative ai ricavi e agli indicatori di patrimonio, ma gli analisti hanno confermato l’outlook per i prossimi cinque anni, che indica un progresso medio degli utili del 2%, e la stima del fair value pari a 14 euro.
“La decisione di tagliare il Core Equity Tier 1 (composto dal capitale sociale e dagli utili accantonati a riserva in percentuale sul totale delle attività della banca) atteso per il prossimo anno da valori superiori al 12,5% all’intervallo tra i 12% e il 12,5% deriva dalla svalutazione della partecipazione di UniCredit nel capitale dell’istituto di credito turco Yapi Kredi. La correzione è minima, in valore assoluto, ma il management ha parlato anche dell’intenzione di vendere altri asset per rafforzare ulteriormente il patrimonio. Questo ha creato un po’ di apprensione sul mercato”, dice Johann Scholtz di Morningstar.
“A nostro avviso, però, i progressi compiuti negli ultimi anni dalla banca italiana sono evidenti e il merito è soprattutto del nuovo Ceo Jean Pierre Mustier, che è intervenuto nella stabilizzazione finanziaria e patrimoniale del gruppo. Ora la sfida è quella di aumentare le entrate e la redditività del capitale, anche perché UniCredit genera la maggior parte dei suoi guadagni in Italia e Germania che sono storicamente i due mercati bancari meno redditizi dell’area dell’euro, ma siamo fiduciosi che le riforme in atto nel settore, il consolidamento del settore bancario italiano e la maggiore attenzione sulla concessione dei prestiti potranno sostenere l’aumento della profittabilità”.

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