Mercato troppo pessimista su Apple

A cura di Francesco Lavecchia, Morningstar
Prima il calo delle vendite di iPhone nel 2018, poi il profit warning per il 2019. Nel giro di due mesi il titolo Apple ha bruciato oltre il 30% della sua capitalizzazione di mercato e ora è scambiato a un tasso di sconto di circa il 26% rispetto al fair value di 200 dollari (report aggiornato al 2 gennaio 2019).  L’ultimo scossone sui listini si è registrato il 2 gennaio, quanto il titolo ha ceduto quasi il 10% in seguito all’allarme per un possibile calo degli utili nel 2019. I primi dati sulle vendite, infatti, hanno indotto il management a rivedere le stime sul fatturato del primo trimestre dalla forchetta compresa tra i 93 e gli 89 miliardi di dollari a una cifra vicina agli 84 miliardi. Revisione che, su base annua, si traduce in una contrazione dei ricavi del 5%.
Le ripercussioni sui corsi azionari sono dovute anche al fatto che questo è il primo profit warning dell’azienda americana negli ultimi 16 anni (l’ultimo risale al 2002 , cioè prima del lancio dell’iPhone). Molti interpretano questo dato come il segnale che l’azienda di Cupertino ha raggiunto il suo picco massimo al di là del quale non è in grado di andare. Questo spiegherebbe le forti vendite, ma gli analisti di Morningstar non sono troppo pessimisti e considerano gli attuali valori di mercato una buona opportunità per prendere posizione su Apple.
Gli analisti di Morningstar confermano le stime per i prossimi anni
“Il principale responsabile del calo dei ricavi è la contrazione delle vendite di iPhone, Mac e iPad in Cina, prodotta dal peggioramento del quadro macro e dalle crescenti tensioni commerciali tra Pechino e Washington. I segmenti di prodotto diversi dall’iPhone (servizi, Mac, iPad e dispositivi indossabili), invece, hanno registrato una crescita di quasi il 19% su base annua (se consideriamo tutte le regioni). Questa flessione, a nostro avviso, è da imputare principalmente all’allungamento dei cicli di vita dei prodotti, anche in ragione del costante aumento del loro prezzo, e non alla perdita di quote di mercato a favore di dispositivi basati sul sistema operativo Android. Tuttavia ci aspettiamo che la crescita futura del gruppo americano dipenderà sempre più dalla capacità di monetizzare la sua base clienti, piuttosto che dall’aumento delle vendite di apparecchi”, dice Abhinav Davuluri analista azionario di Morningstar. “Nonostante Apple non abbia dato indicazioni relativamente alle attese per il secondo trimestre, ci aspettiamo che il Capodanno cinese dia un prezioso contributo alle vendite di iPhone, mentre nel lungo periodo prevediamo una ripresa della crescita a partire dal 2020 e nei successivi tre anni a un ritmo medio del 4%”.

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