Fed, possibile inversione di rotta

“Le ultime dichiarazioni di Jerome Powell stanno rasserenando gli animi degli investitori, in vista di un 2019 che sarà influenzato dai principali fattori di volatilità che hanno caratterizzato il 2018, ovvero Trade War, Brexit e rischi geopolitici in Europa” tranquillizzano da Notz Stucki, società di asset management ginevrina.
Da inizio gennaio i listini americani stanno recuperando il terreno perso nell’ultima fase del 2018, soprattutto per via degli scivoloni di ottobre e dicembre. Il clima positivo è stato confermato anche dai passi in avanti fatti tra Cina e USA, dopo tre giorni di negoziati sul commercio a Pechino.
“Ma particolarmente significativo è stato il discorso del presidente della FED, tenuto ad Atlanta con i suoi predecessori Janet Yellen e Ben Bernanke, secondo cui se le condizioni finanziarie dovessero risultare eccessivamente restrittive e se nel contempo i mercati dovessero registrare ingenti perdite, la Federal Reserve potrebbe essere disposta ad adottare una politica meno restrittiva, con una possibile pausa dal rialzo dei tassi di interesse – continuano da Notz Stucki – A tal proposito, le previsioni dei mercati sono cambiate significativamente”.
In effetti, tre mesi fa si attendevano due rialzi nel 2019 e poi tassi stabili nel 2020, mentre ad oggi prevedono stabilità nel 2019 e un taglio nel 2020. Ciò rappresenta chiaramente che da un lato gli investitori temono una recessione, mentre dall’altro la FED vede solo un possibile rallentamento della crescita economica.
“Inoltre, osservando i dati aggiornati relativi al mercato del lavoro si nota che, nonostante la creazione di posti di lavoro nell’ultimo mese abbia superato le aspettative, si è verificato un aumento del tasso di disoccupazione al 3,9% rispetto al 3,7% atteso – continuano alla società di asset management ginevrina – Si ricordi che la banca centrale americana non ha come obiettivo solo il target di inflazione al 2%, ma anche piena occupazione e crescita economica, perciò l’andamento dei principali indici azionari americani incide marcatamente sulla prospettiva della traiettoria dei tassi di interesse”.
Il motivo è legato al fatto che se le quotazioni scendono si riduce di conseguenza anche la ricchezza della popolazione, poiché negli Stati Uniti le famiglie tendono ad investire buona parte dei propri risparmi direttamente in Borsa, per questo la FED si dichiara pronta ad interrompere il percorso di normalizzazione dei tassi

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