È finito il predominio dei “Faang”?

Di Karolina Noculak, Investment Strategist, Aberdeen Standard Investments

In un breve saggio dal titolo “La concorrenza è per i perdenti” pubblicato sul Wall Street Journal nel 2014, il fondatore di Paypal Peter Thiel aveva previsto che la Silicon Valley sarebbe diventata il centro dell’economia mondiale. Secondo Thiel, in un sistema con poca concorrenza e poche regole, la sua azienda e altre del tipo di Facebook, Amazon e Google (che fanno parte dei cosiddetti FAANG) avrebbero preso il controllo del settore tecnologico, riuscendo così a generare profitti insolitamente alti.

In particolare, Thiel argomentava che la chiave del successo comporta il contenimento delle imposte versate (ragione della fortuna di Amazon), la condivisione di contenuti senza preoccuparsi dei diritti d’autore (come accade su YouTube), il sorpasso o l’acquisizione della concorrenza (i due miliardi di utenti di Facebook rendono superflua la costituzione di nuovi social network) e una crescita rapidissima con la quale le norme, almeno fino a oggi, non sono riuscite a stare al passo.

Le sue previsioni si sono rivelate profetiche. All’inizio del decennio le imprese più grandi al mondo erano quelle petrolifere, come ExxonMobil e PetroChina. Oggi le società con la maggiore capitalizzazione di mercato sono Apple, Alphabet e Microsoft.

Ci sono però i segnali che questi colossi del settore tecnologico stiano diventando vittime del loro stesso successo. In un mercato competitivo, gli utili eccezionali che realizzano attirerebbero l’attenzione dei concorrenti. Invece, in assenza di grandi concorrenti, attirano l’attenzione dei governi e delle autorità di vigilanza.

I timori che le autorità stiano riguadagnando terreno sui FAANG hanno portato, insieme ad altri fattori, allo scoppio della bolla dei prezzi nel secondo semestre del 2018. Le cose probabilmente peggioreranno e, venendo meno le quattro leggi teorizzate da Thiel, il 2019 sarà un altro anno agitato per chi ha investito in queste società.

Cosa faranno dunque le autorità in proposito?

Molto dipenderà dall’opinione pubblica. I consumatori non sono ancora abbastanza indignati da smettere di comprare i prodotti convenienti venduti da Amazon, tuttavia cresce il disagio nei confronti di queste società che evadono il fisco.  Aumentano anche le preoccupazioni per il ruolo delle aziende tecnologiche nell’interferenza della politica, basti pensare alla cattiva gestione dei dati degli utenti da parte di Facebook o alla divulgazione di dati personali da parte di Yahoo. In questo periodo di profondi cambiamenti, l’indignazione del pubblico può accelerare l’intervento delle autorità.

Le norme anti-trust potrebbero assumere la forma di provvedimenti contro l’evasione fiscale, di leggi sulla privacy e anti-sorveglianza, o anche di un’autoregolamentazione del settore. Questo novembre, il Presidente Trump ha dichiarato che la sua amministrazione sta esaminando possibili questioni anti-trust relativamente a Google, Facebook e Amazon.

Qualche dirigente sta cercando di anticipare le mosse delle autorità. Il boss della Apple, Tim Cook, ha rilasciato diverse interviste dove afferma che è inevitabile regolamentare il settore tecnologico. Probabilmente si continuerà a discutere dell’argomento creando una distinzione tra le aziende che quasi incoraggiano l’introduzione di una normativa ad hoc e quelle che cercano di influenzarne gli sviluppi.

I politici statunitensi ne stanno discutendo da due anni. Durante il prossimo anno probabilmente si giungerà a leggi sulla privacy, sulla pubblicità politica e sulla concorrenza.

In Europa, la direttiva GDPR sta influenzando molto la gestione e la protezione dei dati personali da parte delle imprese, e altri Paesi guardano con interesse.

Il Regno Unito sta inasprendo gli oneri fiscali per le società tecnologiche con una nuova “tassa sul digitale”. Se avrà successo, i governi a corto di liquidità in tutto il mondo potrebbero introdurre misure analoghe già dal prossimo anno.

Anche se le aziende tecnologiche dovessero iniziare a pagare le tasse, non ci aspettiamo un crollo imminente dei profitti. Il rischio non è che le società tecnologiche di oggi facciano la fine delle dotcom. Continueranno a produrre un buon flusso di cassa per diversi anni. E gli utili del settore probabilmente saliranno anche nel 2019.

Tuttavia, il prezzo dei FAANG sconta ancora la perfezione, mentre le prospettive non sono mai state così poco brillanti. I loro successi del passato hanno galvanizzato gli investitori, facendo salire troppo le valutazioni e concentrando gli investimenti. Ciò dovrebbe bloccare la ripresa di questi titoli nel corso del prossimo anno.

Lo stesso Thiel sembra essersi stufato della Silicon Valley e si è trasferito a Los Angeles. Forse è troppo presto per dichiarare la fine del suo predominio nel settore tecnologico. Ma se vogliamo credere nelle capacità previsionali di Thiel, allora dovremmo iniziare a guardare oltre la California in attesa della prossima ondata di leader del settore tecnologico.

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