Shutdown Usa, compromesso all’orizzonte?

Se dal fronte shutdown nessun segnale ufficiale di disgelo tra le parti è ancora apparso, sui mercati si nota un crescente ottimismo sulla possibilità che a breve si muova qualcosa. Il principale motivo è che sui media cominciano apparire chiari indizi che il blocco sta danneggiando la popolarità del Presidente. Da quando è iniziato, i sondaggi di Trump stanno mostrando un marcato deterioramento, e circolano indiscrezioni che il suo neonato comitato elettorale per la rielezione sia già preoccupato.

Inoltre, si sta accumulando un buon numero di stime che quantificano il costo per l’economia dello Shutdown, da uno 0.1% di Pil la settimana per l’amministrazione, ad altri che vedono anche una contrazione nel primo trimestre se il blocco si protrarrà a oltranza. In generale, sembra improbabile che Trump voglia rischiare di provocare un rallentamento ciclico, in particolare nella seconda metà del suo mandato, quando la performance dell’economia può diventare più cruciale per le sue possibilità di rielezione.

Per cui il mercato sembra propendere per una qualche forma di compromesso, anche se per la verità al momento non vi sono molti segnali. L’ottimismo degli operatori si è manifestato in un recupero dell’azionario US, con l’S&P 500 che, incurante della stecca di Morgan Stanley, è tornato a insidiare la media mobile a 50 giorni.

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