Cosa sono e come funzionano i Green Bond?

A cura di Borsa Italiana

Le “obbligazioni verdi”, o Green Bond, sono strumenti finanziari relativamente nuovi, ma che hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario dal 2007 a oggi. Sono obbligazioni come tutte le altre, la cui emissione è legata a progetti che hanno un impatto positivo per l’ambiente, come l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti pulite, l’uso sostenibile dei terreni ecc.

I Green Bond permettono infatti di finanziare vari tipi di progetti con caratteristiche di sostenibilità ambientale, come il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento,  infrastrutture per i trasporti, tra cui le ferrovie centrali eoliche e più in generale iniziative legate all’utilizzo sostenibile dell’acqua o all’edilizia eco-compatibile, per citare qualche esempio.

Recentemente la Commissione Europea ha enfatizzato le potenzialità e il funzionamento del mercato dei Green Bond, presentando un pacchetto di misure intitolato “Energia pulita per tutti gli europei”, secondo il quale dal 2021 sarà necessario un supplemento di 177 miliardi di euro all’anno per raggiungere gli obiettivi individuati per il 2030 su clima ed energia per i quali questi nuovi meccanismi di finanziamento e di investimento potrebbero giocare un ruolo essenziale.

Green Bond: da chi sono emessi?

Inizialmente le nuove obbligazioni provenivano principalmente da istituzioni finanziarie sovranazionali, come la Banca mondiale o la Banca Europea per gli Investimenti, poi sul mercato sono arrivati anche titoli emessi da singole aziende, municipalità e agenzie statali.

Negli ultimi anni si è vista una espansione più significativa anche grazie alla spinta impressa dalla Cop21 parigina e dagli accordi sul clima. Molti paesi, compresa la Cina, stanno cercando di equilibrare il peso dei combustibili fossili nel mix energetico con nuovi investimenti per ridurre le emissioni di gas serra. Nel corso del 2017 ci potrebbe essere un ulteriore incremento e le obbligazioni Green potrebbero crescere del 54% su base annua.

La crescita del mercato dei Green Bond, e la sua relativa sostenibilità, è dovuta principalmente a due fattori: da una parte l’ingresso nel mercato delle obbligazioni green da parte delle grandi imprese dei paesi emergenti (in particolare Cina ed India), dall’altra la crescente attenzione delle istituzioni sovranazionali al tema della sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda il primo punto, possiamo citare un dato: nel 2016, circa 30 miliardi di dollari USA sono stati emessi da istituzioni finanziarie, enti locali e grandi imprese cinesi. Quanto al secondo fattore è significativa l’attenzione delle organizzazioni internazionali al tema della sostenibilità ambientale: tutte le principali Banche di Sviluppo (Banca Mondiale, International Finance Corporation, European Bank for Reconstruction and Development, European Investment Bank, Asian Development Bank, African Development Bank) ogni anno rinnovano il loro impegno nella sostenibilità avviando nuovi piani di emissione di Green Bond. Da parte degli investitori, entrambi i trend portano ad una maggiore attenzione a tematiche connesse al cambiamento climatico e all’inclusione finanziaria, due temi centrali nell’agenda mondiale che trovano un forte riscontro nelle linee guida definite all’interno dei Sustainable Development Goals promossi dalle Nazioni Unite.

Esiste uno standard per la certificazione “green”?

Al momento non esiste uno standard globale per certificare come “verde” un determinato bond ma ci sono le linee guida elaborate dall’International Capital Market Association (ICMA).

I princìpi ICMA sono quattro: per prima cosa, chi emette un titolo deve identificare con chiarezza la destinazione dei proventi. In secondo luogo, deve seguire alcuni procedimenti particolari nella valutazione e selezione dei progetti, che devono rientrare in un elenco di categorie.

Inoltre, chi emette l’obbligazione deve garantire la massima trasparenza nel comunicare la gestione dei proventi. Infine devono essere resi disponibili dei report per mantenere aggiornati gli investitori sull’avanzamento dei progetti finanziati.

L’emissione dei Green Bonds si aggiunge a quella dei Social Bonds e dei Sustainable Bonds. I Social Bonds rappresentano un prestito obbligazionario finalizzato al sostegno di iniziative di elevato interesse sociale e permettono di coniugare, nelle scelte di investimento, obiettivi economici individuali (ottenere un’adeguata remunerazione dell’investimento) con quelli valoriali di interesse generale (favorire la realizzazione di iniziative che creano valore per la società). Attraverso i Sustainable Bonds,invece, viene offerta agli investitori l’opportunità di accostare i loro obiettivi finanziari con quelli di sostenibilità sociale e ambientale, per sostenere progetti sostenibili nei paesi membri beneficiari. Questi progetti sono finalizzati alla riduzione della povertà e allo sviluppo di diversi settori quali, ad esempio, istruzione, sanità, agricoltura e infrastrutture.

E in Italia?

Borsa Italiana riveste un ruolo attivo nel promuovere la definizione di standard informativi in grado di favorire lo sviluppo dei Green Bonds. Oltre a far parte della Sustainable Stock Exchanges Initiative sostenuta dalle Nazioni Unite con il fine di sostenere la transizione ad un’economia a basso impatto ambientale, aderisce attraverso London Stock Exchange Group alla Climate Bonds Initiative ed è tra gli osservatori dei Green Bonds Principles dell’ICMA, International Capital Markets Association.  Il London Stock Exchange Group è anche tra i firmatari del Paris Pledge for Action.

Nell’ultimo anno si è impegnata a sensibilizzare gli emittenti a fornire ai mercati un’informativa più completa sulle proprie politiche ESG, avendo rilevato che, nei processi decisionali degli investitori, esse rivestono un ruolo sempre più rilevante. Inoltre ha messo a disposizione del mercato una serie di strumenti per meglio identificare ed analizzare il mondo della finanza sostenibile, quali:

  1. Indici ed analisi (sito FTSE)
  2. Mercato dei Green Bond di Londra (sito)
  3. Elenco degli strumenti green e/o social in negoziazione sui mercati MOT ed ExtraMOT

In merito a quest’ultima iniziativa in particolare, a partire dal 13 marzo 2017, Borsa Italiana ha deciso di offrire agli investitori istituzionali e retail la possibilità di identificare gli strumenti  i cui proventi vengono destinati al finanziamento di progetti con specifici benefici o impatti di natura ambientale (“green bonds”) e/o sociale (“social bonds”).  L’identificazione passa attraverso la certificazione iniziale di un soggetto terzo indipendente e il rinnovo, almeno annuale, dell’informativa riguardante l’utilizzo stesso dei proventi.

Contestualmente al lancio del nuovo segmento, è entrato innegoziazione su ExtraMOT PRO il più grande green bond corporate a livello europeo, emesso da Enel Finance International N.V. e garantito da Enel S.p.A. per un controvalore complessivo di 1,25 miliardi di euro, con cedole annuali pari all’1,00% del valore nominale e scadenza 16 settembre 2024.

Borsa Italiana è inoltre consapevole dell’importanza delle obbligazioni cosiddette ‘climate-aligned’ ossia emesse da aziende la cui attività rientra nei settori che sostengono la transizione a una economia a basso impatto ambientale.  Questi strumenti pur non rientrando nell’elenco degli strumenti obbligazionari “green” e/o “social” sono tuttavia desumibili dal settore di appartenenza della società emittente ExtraMOT PRO.

 

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