Banche – Ancora fallimenti in Usa e consolidamento in Italia

Continua lo stillicidio di grandi e piccoli istituti finanziari negli Stati Uniti. Ieri sera è stato infatti dato l’annuncio da parte del fondo di garanzia dei depositi americano che altre sette banche saranno dichiarate fallite.
Le sette banche che chiuderanno battenti sono tutti istituti di piccole dimensioni, di cui ben sei avevano sede nello stato dell’Illinois e una in Texas. Tra queste, la banca le cui dimensioni spiccano rispetto alle altre è la Founders Bank, con 962,5 milioni di dollari di attivi. Questo fallimento rappresenta l’ottavo più grande dallo scoppio della crisi ad oggi.

Da inizio anno i fallimenti di banche negli USA salgono così a quota 52, rispetto ai 25 che si sono verificati in tutto il 2008.
Il totale del deficit causato dal loro fallimento ammonta a 314 milioni di dollari, ma già il fondo di garanzia ha trovato altri istituti delllo stesso stato o di altri stati vicini pronti ad assumersi i depositi dei correntisti delle banche fallite.
Preoccupano molto le stime degli analisti che prevedono nei prossimi anni il fallimento di oltre mille banche.

Dopo il report pubblicato da Moody’s ieri, oggi il vice presidente della società di rating Henry MacNevin ha commentato i risultati dello studio.
Insieme ai 22 istituti italiani finiti sotto la lente di Moody’s, anche il sistema bancario nostrano nel suo complesso è stato giudicato. L’outlook rimane negativo, e gli utili del settore saranno in calo ma meno del 2008.  Sono principalmente le perdite sul trading che hanno influito nel 2008 e che continuano ad influire, anche se in maniera minore, nel 2009 sul bilancio delle banche italiane.
Il sistema Italia ha retto moglio meglio di altri alla crisi, sopportando così conseguenze meno gravi di altri paesi in cui è saltato completamente il sistema nel suo complesso. Questo grazie alla natura più “tradizionale” dei nostri istituti e alla scarsa propensione verso gli investimenti più rischiosi.

Il futuro delle banche italiane è il consolidamento. Secondo gli analisti dell’agenzia di rating, soprattutto gli istituti più piccoli come le banche regionali hanno ancora ampi spazi di manovra.
Scarse invece le possibilità di interazione con l’estero. Sempre secondo Moody’s poche prospettive per le banche estere ad entrare in Italia, e all’opposto anche per le banche italiane ci sono poche probabilità di entrare in mercati esteri.
 

Societa’ Listino di Riferimento Prezzo Valuta Var%
Allianz Deutsche Börse (XETRA) 65,05 EUR -3,70%
American Express NYSE 22,27 USD -3,17%
Axa EURONEXT 13,01 EUR -5,42%
Azimut BORSA ITALIANA 6,78 EUR -3,49%
Banca Generali BORSA ITALIANA 5,89 EUR -4,69%
Bank of NY Mellon NYSE 27,57 USD -3,90%
Barclays LSE 19,00 USD -0,84%
BlackRock NYSE 167,65 USD -3,01%
BNP EURONEXT 45,85 EUR -3,26%
BPM BORSA ITALIANA 4,07 EUR -4,46%
Citigroup Inc NYSE 2,88 USD -3,03%
Credit Agricole EURONEXT 8,98 EUR -1,41%
Credit Suisse Group SWISS MARKET EXCHANGE 48,18 CHF -3,06%
Deutsche Bank Deutsche Börse (XETRA) 41,84 EUR -3,08%
Dexia EURONEXT 5,25 EUR -4,72%
Fortis EURONEXT 2,32 EUR -4,92%
FT Inv. NYSE 69,74 USD -3,34%
Goldman Sachs NYSE 143,49 USD -2,60%
Henderson LSE 93,25 GBp 0,27%
HSBC Investments LSE 500,30 GBp -1,81%
ING EURONEXT 6,87 EUR -6,10%
IntesaSanpaolo BORSA ITALIANA 2,26 EUR -4,85%
Invesco NYSE 16,78 USD -5,14%
Janus Capital Group NYSE 11,38 USD -5,56%
Jp Morgan NYSE 32,27 USD -4,44%
Julius Baer SWISS MARKET EXCHANGE 41,54 CHF -3,75%
Legg Mason NYSE 24,00 USD -2,40%
Man Group LSE 255,00 GBp -2,67%
Mediobanca BORSA ITALIANA 8,45 EUR -2,14%
Mediolanum BORSA ITALIANA 3,75 EUR -3,04%
Morgan Stanley NYSE 26,99 USD -4,83%
Montepaschi Siena BORSA ITALIANA 1,13 EUR -5,30%
Natixis EURONEXT 1,32 EUR -3,93%
Nordea bank OMXNORDICEXCHANGE 59,50 SEK -4,49%
Raiffeisen wienerborse 24,70 EUR -2,41%
Schroders LSE 816,50 GBp -4,11%
Skandia (Old Mutual) LSE 85,52 GBp -0,43%
State Street NYSE 46,23 USD -2,37%
Ubs SWISS MARKET EXCHANGE 13,01 CHF -3,20%
Unicredit BORSA ITALIANA 1,78 EUR -2,63%

Dati di chiusura del 01 luglio 2009, fonte Bluerating.com;

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