Cina, un gioco d’equilibrio per gli obbligazionisti

A cura di Patricia Schuetz, Senior Client Portfolio Manager di Pictet Asset Management
L’anno è appena iniziato e la Cina è già in prima pagina: la guerra commerciale con gli Stati Uniti continua; ancora una volta Pechino  lavora per sostenere la crescita e le società tecnologiche attribuiscono la debolezza degli utili al rallentamento delle vendite in Cina. Tutti questi elementi sollevano una domanda fondamentale: le opportunità di investimento derivanti da questi sviluppi possono compensare i rischi?
Sebbene la crescita cinese  sia destinata a rallentare in futuro, dovrebbe anche essere più stabile,  in quanto l’economia sta lentamente raggiungendo un punto di equilibrio orientandosi dalle materie prime verso i servizi e il tasso  di cambio è stato liberalizzato. Negli scorsi mesi il governo si è impegnato ad adottare una politica fiscale più accomodante, unita a sforzi coordinati  per sostenere la domanda interna  e la crescita del PIL. Una politica che prevede tagli fiscali per aziende e famiglie, e forti investimenti in infrastrutture. La People’s  Bank of China è l’unica grande  banca centrale che ancora concede uno stimolo monetario e si prevede che immetterà ben oltre 200 miliardi di dollari nell’economia nel corso del 2019. I nostri economisti prevedono una crescita del PIL cinese  del 6,4% quest’anno, due volte più veloce rispetto  a tutto il resto del mondo e più di tre volte più veloce rispetto  alle economie sviluppate.
Laddove la Cina ha successo, altri mercati  emergenti tendono a trarne  beneficio.  Ciò supporta la nostra  opinione ampiamente positiva sul debito societario denominato in dollari dei mercati  emergenti. Intravediamo anche numerose opportunità specifiche all’interno dello stesso mercato obbligazionario  cinese  denominato in dollari, dove qualsiasi debolezza valutaria, come accaduto a metà 2018, costituirebbe potenziali punti d’ingresso interessanti.
Le società di gestione patrimoniale cinesi, ritenute strategicamente importanti  per il Paese, saranno tra i principali beneficiari  delle misure di stimolo. Lo stesso vale per le società immobiliari, le cui strutture del capitale mostrano già un miglioramento.
Ciò che è determinante è che riteniamo che le valutazioni delle obbligazioni societarie emesse da società che appartengono a questi settori non riflettano questo potenziale.
In termini più generali, la turbolenza sul debito dei mercati  emergenti tende ad essere accompagnata dalla debolezza delle valute delle economie in via di sviluppo. Dal nostro punto di vista, quindi, mantenere una posizione corta in un paniere di queste valute rappresenta un contrappeso efficace per bilanciare  un investimento sulle obbligazioni societarie dei mercati  emergenti. Riteniamo tuttavia  essenziale gestire attivamente questa posizione valutaria, date le idiosincrasie dei Paesi in questione.

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