Mercati finanziari eccessivamente cauti sulla politica monetaria

A cura di Florian Späte, Senior Bond Strategist  Generali Investments
La scorsa settimana, la BCE ha mostrato un tono più accomodante a causa dei deboli dati economici e ha evidenziato i rischi al ribasso. Oltre a questo, sono aumentate le probabilità di una nuova operazione mirata di rifinanziamento a lungo termine del settore bancario. Mercoledì, la Fed non dovrebbe annunciare cambiamenti ai tassi chiave, mantenendosi in attesa di  un quadro economico più chiaro.
Di conseguenza, i mercati finanziari hanno rivalutato negli ultimi mesi le prospettive della politica monetaria. Nel frattempo non ci si attende un ulteriore rialzo dei tassi da parte della Fed, ma anzi un primo taglio nel 2020. La BCE dovrebbe rimanere in attesa nel corso dell’anno, aumentare il  tasso di deposito), mentre un primo rialzo dei tassi da 25 punti base sarà posticipato al 2021, secondo il prezzo corrente.
Ciò appare eccessivamente prudente. L’economia statunitense, e in particolar modo il mercato del lavoro, è ancora in buona salute, e nonostante il tono più cauto, il consiglio della BCE è stato unanime nel considerare bassa la probabilità di una recessione.
In questo contesto, quest’anno l’inflazione non scenderà in modo sostenibile, al di là del calo dovuto ai minori prezzi dell’energia. Di conseguenza, il recente calo delle aspettative di inflazione è difficilmente sostenibile, e si prevede che alla fine i mercati riprezzeranno il corso futuro della politica monetaria, cosa che metterà anche pressioni al rialzo sui rendimenti dei titoli di Stato.
Negli Stati Uniti, a novembre, il rapporto tra disoccupati e offerte di lavoro è sceso a 0,9, su un totale di occupati pari a quasi 157 milioni. Inoltre, le richieste di sussidio di disoccupazione sono scese a 199 mila a gennaio, il livello più basso dal 1969.

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