Le banche centrali sospendono il fuoco

Di Christian Nolting, cio globale di Dws

La Banca del Giappone (BoJ) e la Banca centrale europea hanno tenuto le loro riunioni rispettivamente martedì 22 e mercoledì 23 gennaio. In entrambi i casi si è trattato di ordinaria amministrazione, senza mutamenti delle politiche monetarie ma con solo qualche accenno all’intensificazione di alcuni rischi; tuttavia la BoJha predetto un calo consistente dell’inflazione. Il 30 gennaio conosceremo la decisione della Federal Reserve sul tasso d’interesse. Gli operatori, che auspicano una “pausa” della serie di strette monetarie, prevedono il mantenimento dello status quo. Una novità interessante sono i contratti dei futuressul tasso dei cosiddetti Fed Funds, che per tutto il 2019 non incorporano alcun aumento del tasso d’interesse, in parte per il previsto rallentamento economico ma anche per via del blocco degli uffici amministrativi federali.

Ma – come sempre – per gli investitori è importante distinguere tra le proprie speranze e la verosimile realtà economica. In queste prime settimane del 2019 sicuramente le Borse sono state sostenute dalla speranza degli investitori in una “pausa” della serie di strette monetarie della Federal Reserve. Tuttavia il buon andamento dell’occupazione e i dati apprezzabili sulla situazione delle famiglie lasciano sperare in una continuazione della robusta espansione economica statunitense. La fine del blocco delle attività amministrative, quando ci sarà, dovrebbe costituire un volano per un parziale rimbalzo dei consumi. Non prevediamo una stretta monetaria già la prossima settimana, ma a tutt’oggi confermiamo la previsione di due aumenti del tasso d’interesse della Federal Reserve entro l’anno. È possibile che in futuro la Federal Reserve assuma un atteggiamento più accomodante, ma solo se lo riterrà opportuno in base ai dati economici. Dagli utili realizzati dalle aziende statunitensi nel 4°trimestre del 2018 non sembra che il mercato abbia necessità di sostegni: il 15% delle imprese dell’indice S&P ha pubblicato i risultati e quasi l’80% di queste ha superato le previsioni degli analisti.

La prossima riunione di politica monetaria della Banca d’Inghilterra si terrà il 7 febbraio. Anche in questo caso non si prevedono grandi novità. Invece la Banca seguirà con attenzione il dibattito sulla Brexit, dove la prossima settimana si terranno importanti votazioni. Il recente rialzo della sterlina indica la maggiore fiducia dei mercati in una Brexitnegoziata o in una proroga dell’articolo 50, ma nulla è scontato.

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