L’Eurozona rallenta ancora

A cura di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM

Con gli ultimi sondaggi che mostrano un ulteriore rallentamento della domanda, non sorprende che la BCE abbia sottolineato che l’equilibrio dei rischi si stia muovendo verso il “ribasso”. Di recente, infatti, diversi dati sono stati deludenti, soprattutto il calo dell’attività manifatturiera, in concomitanza con il rallentamento dell’attività nel settore dei servizi.

I PMI composite dell’Eurozona – attualmente a 50,7 – indicano una crescita del PIL per la zona euro di solo l’1% su base annua in questo trimestre. A deludere è anche la debolezza della ripresa tedesca – come evidenziato dalla perdurante debolezza dell’indice IFO – e il fatto che in Francia le dirompenti proteste dei “gilet gialli” iniziate alla fine dell’anno scorso non abbiano portato a cambiamenti significativi.

Inoltre, l’indice PMI aggregato per la zona euro è debole, con i nuovi ordini aggregati in calo di 1,4 punti a 49,3. Anche gli indicatori relativi all’occupazione sono al di sotto delle attese. Per il futuro, sebbene ci aspettiamo una ripresa modesta dell’attività economica, i dati attuali sono inequivocabilmente deboli, il che rappresenta un rischio di ribasso per il nostro scenario di crescita dell’1,5% per quest’anno.

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