I sei trend del mercato degli ETF in Europa nel 2019

A cura di Lyxor Am

  1. Flussi verso i Paesi sviluppati fortemente dipendenti dai PMI

I flussi verso gli ETF azionari sui mercati sviluppati sono stati correlati all’attività economica per alcuni anni. Negli ultimi due anni i flussi verso i mercati azionari sviluppati sono stati più elevati quando l’attività economica ha raggiunto il suo apice alla fine del 2017. Dal momento che gli analisti della Lyxor Cross Asset Research prevedono una crescita dei mercati sviluppati più contenuta nel 2019, è probabile che i flussi verso le azioni dei mercati sviluppati scendano leggermente rispetto ai livelli del 2018.

  1. La rotazione verso gli emergenti continuerà

A dicembre 2018 abbiamo osservato l’inizio di un cambio di direzione dai mercati azionari sviluppati ai mercati emergenti. Dopo un 2018 in gran parte poco brillante, il sentiment verso i mercati emergenti dovrebbe migliorare nel 2019. Una politica monetaria meno accomodante negli Stati Uniti dovrebbe sostenere i flussi verso i mercati emergenti nel 2019.
 

  1. Gli investitori obbligazionari devono concentrarsi su strategie adatte al contesto in evoluzione

Con la fine dei programmi di Quantitative Easing da parte delle banche centrali e l’aumento dei tassi di interesse, il contesto generale nel 2019 dovrebbe rimanere difficile per gli investitori obbligazionari. Dovrebbero continuare ad attirare interesse gli ETF a breve termine.
 

  1. ETF obbligazionari inflation-linked dovrebbero rimanere molto allettanti, con l’inflazione che dovrebbe gradualmente aumentare sia negli Stati Uniti che in Europa.

 

  1. Smart Beta per ottenere profitti in un contesto di aumento delle incertezze

Nelle fasi più mature del ciclo economico, low-beta e quality, con caratteristiche più difensive, tendono ad essere i fattori preferiti. In un contesto di maggiori incertezza e volatilità, ci aspettiamo anche che gli investitori privilegino strategie Smart Beta basate sul rischio come gli ETF minimum variance.
 

  1. Previsti ulteriori afflussi verso gli ETF ESG

Consideriamo l’aumento degli afflussi verso gli ETF ESG come una tendenza a lungo termine, che ha iniziato ad accelerare nel 2018: gli asset verso gli ETF ESG sono aumentati di oltre il 50% in Europa nel corso del 2018, a fronte di un calo dell’1% per l’intero mercato europeo degli ETF. Questi flussi dovrebbero continuare ad essere sostenuti dal crescente interesse degli investitori per le tematiche ESG e dall’evoluzione della regolamentazione. Nel maggio 2018, la Commissione europea ha annunciato un piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile. Tra le altre considerazioni, obbligherà tutti gli investitori a includere i criteri ESG nelle loro decisioni di investimento.
 
Il 2018 si è rivelato un anno complesso per gli investitori. L’anno è iniziato e si è concluso nel caos in mezzo alla crescente incertezza economica e politica su entrambe le sponde dell’Atlantico. Quasi tutte le asset class hanno chiuso in territorio negativo. Non sorprende quindi che i flussi globali degli ETF siano stati ben inferiori rispetto ai record del 2017, e in questo contesto i gestori attivi hanno sofferto ancora di più. Di conseguenza, i flussi verso gli strumenti passivi sono stati considerevolmente superiori rispetto a quelli verso i fondi attivi.
In Europa, la raccolta netta di nuovi capitali nel 2018 è diminuita del 52% portandosi a 45 miliardi di euro, mentre gli AuM sono diminuiti dello 0,4%, raggiungendo i 633 miliardi di euro. Eppure, questo dato fa del 2018 il terzo anno migliore in assoluto per l’industria degli ETF in Europa in termini di flussi, dopo il 2017 e il 2015. Nell’azionario, gli unici vincitori sono stati gli ETF azionari USA, per i quali la raccolta è aumentata del 54%, passando da 13 a 20 miliardi di euro. I flussi verso gli ETF azionari europei hanno cambiato segno nel 2018, con 3,4 miliardi di euro di deflussi rispetto ai 22 miliardi di euro di afflussi del 2017. A causa delle incertezze economiche e politiche, gli ETF azionari dell’Eurozona hanno registrato un significativo deflusso (-4,9 miliardi di euro). Gli ETF europei (ex Eurozona) hanno raccolto afflussi per 1,1 miliardi di euro.
Per quanto riguarda il reddito fisso, a causa delle crescenti incertezza e volatilità, gli investitori si sono spostati significativamente verso asset considerati sicuri. Gli afflussi verso ETF su titoli di Stato dei mercati sviluppati hanno raggiunto il livello record di 12,1 miliardi di euro, equamente ripartiti tra ETF su titoli di Stato statunitensi ed europei. Gli afflussi verso ETF su titoli di Stato a breve termine hanno raggiunto un livello record, passando da 1,2 miliardi di euro nel 2017 a 3,5 miliardi di euro. In un contesto di politica monetaria in evoluzione negli Stati Uniti con la fine del QE, l’80% di questi flussi si è riversato in titoli di Stato USA a breve termine. Il credito investment grade ha perso 1,7 miliardi di euro nel corso del 2018. Gli ETF sul credito investment grade europeo sono stati i più colpiti, con 1,1 miliardi di euro di deflussi. A pesare sui flussi verso le obbligazioni societarie sono stati le preoccupazioni di una svolta nel ciclo del credito, i crescenti timori sulla situazione politica in Italia e l’inizio di riduzione del programma di acquisto di obbligazioni da parte della BCE.
 
Sviluppi significativi
Complessivamente, gli ETF Smart Beta hanno raccolto 4 miliardi di euro nel 2018, solo il 13% in meno rispetto al 2017 in un mercato che ha subito un calo del 52%. In un contesto di tassi d’interesse in aumento nella seconda metà dell’anno, gli ETF minimum volatility hanno visto un rinnovato interesse con un’elevata ripresa dei flussi a partire dal mese di luglio, che hanno raggiunto 1,2 miliardi di euro nel 2018. Alcuni investitori sono sempre più cauti circa le prospettive dei mercati e cercano di proteggere il proprio portafoglio da una ripresa della volatilità in un contesto sempre più incerto.
Nel 2018, gli ETF fattoriali hanno raccolto più afflussi rispetto agli ETF settoriali. Nel 2018 i flussi verso gli ETF settoriali sono stati pari a soli 200 milioni di euro. I settori finanziario (-1 miliardo di euro) e industriale (-684 milioni di euro) sono stati i più colpiti, mentre l’healthcare ha raccolto 1 miliardo di euro. Al contrario, si è registrato un afflusso di 1 miliardo di euro verso gli ETF fattoriali. I migliori sono stati gli ETF quality (876 milioni di euro di afflussi), seguiti dagli ETF momentum (730 milioni di euro) e Low Vol (504 milioni di euro).
L’investimento responsabile è un mercato in espansione per l’industria degli ETF, con 4 miliardi di euro di afflussi in ETF ESG in Europa nel 2018, equivalenti al 9% dei flussi verso tutti gli ETF e in netto aumento rispetto ai 2,2 miliardi di euro di afflussi registrati nel 2017.  Le strategie che hanno adottato l’approccio best-in-class ai criteri ESG hanno fatto la parte del leone del mercato degli ETF ESG nel 2018
Passivi vs Attivi
I flussi complessivi verso i fondi in Europa sono diminuiti significativamente nel 2018, passando da 770 miliardi di euro nel 2017 a 187 miliardi di euro. Il dato relativo al 2018 è nettamente inferiore ai flussi medi di 424 miliardi di euro degli ultimi sette anni.
In Europa, i fondi attivi hanno raccolto 107 miliardi di euro, mentre i fondi passivi hanno raccolto 80 miliardi di euro. Il divario tra i flussi verso i fondi attivi e passivi è al livello più basso degli ultimi sette anni. I fondi attivi hanno ricevuto appena 27 miliardi di euro in più dei fondi passivi nel 2018, molto meno del divario medio annuo di 250 miliardi di euro negli ultimi sette anni.
Nonostante il calo da 115 miliardi di euro nel 2017 a 52 miliardi di euro, i flussi verso i fondi azionari passivi in Europa sono stati di nuovo superiori a quelli dei fondi attivi, che hanno raccolto appena 30 miliardi di euro nel 2018, ben al di sotto della media settennale di 42 miliardi di euro. È il quinto anno consecutivo che i flussi verso i fondi azionari passivi superano quelli verso i fondi azionari attivi. In particolare, i fondi passivi vincono nell’azionario USA, europeo ed emergente, mentre i fondi azionari attivi hanno ricevuto flussi superiori a quelli passivi nelle asset class mercati sviluppati, mercato globale e azionario giapponese.
Dopo gli afflussi record verso il reddito fisso nel 2017, nel 2018 i fondi attivi obbligazionari hanno registrato deflussi per 14 miliardi di euro – il primo anno in assoluto in cui si sono registrati deflussi dei fondi attivi a reddito fisso domiciliati in Europa – in un contesto difficile sia per i tassi d’interesse che per gli spread creditizi. I fondi passivi obbligazionari hanno registrato una raccolta di 26 miliardi di euro, sebbene inferiore del 43% a quella del 2017. Nel complesso, i fondi obbligazionari attivi e passivi hanno ricevuto una raccolta netta di 12 miliardi di euro nel 2018, ben al di sotto della media annua di 162 miliardi di euro negli ultimi sette anni. Nel dettaglio, i fondi passivi hanno ricevuto flussi superiori a quelli attivi nelle categorie titoli di Stato dei mercati sviluppati, corporate investment grade, high yield e Aggregate Bond globali (storicamente più popolari tra i fondi obbligazionari attivi). Invece, i fondi attivi su debito emergente hanno ricevuto più afflussi (9 miliardi di euro) rispetto ai fondi passivi (5 miliardi di euro).

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!