Unicredit, la trimestrale convince il mercato. La strategia di Vontobel Certificati

A cura di Vontobel Certificati

UniCredit, nonostante le tensioni sul mercato italiano legato all’aumento dello spread e al taglio delle stime di crescita sul PIL da parte della Commissione UE, ha sovraperformato il comparto bancario nazionale beneficiando della buona trimestrale pubblicata il 7 febbraio.

L’istituto di credito ha infatti confermato i target chiave del 2019 dopo aver messo a segno il miglior quarto trimestre per la seconda volta negli ultimi dieci anni. Il quarto trimestre del 2018 si è chiuso con un utile netto di 1,727 miliardi di euro, grazie al beneficio fiscale di 887 milioni legato alla deducibilità dell’IFRS9. Senza questa posta straordinaria sarebbe stato di 840 milioni, comunque superiore ai 719 milioni indicati dal consensus degli analisti e in crescita del 19,9% rispetto allo stesso periodo del 2017. L’utile netto rettificato dell’intero 2018 si è attestato a 3,9 miliardi, in crescita del 7,7% sull’anno precedente. Dal punto di vista patrimoniale, il CET1 ratio fully loaded è al 12,07% (13,6% nel 2017 ). Calano anno su anno di 265 punti base i crediti deteriorati lordi con un’incidenza sui crediti totali lordi del 7,7%. Infatti, nel quarto trimestre sono state effettuate cessioni di crediti deteriorati lordi per 1,8 miliardi, portando il totale delle esposizioni deteriorate lorde a 38,2 miliardi a fine 2018.

La banca di Piazza Gae Aulenti mantiene anche la promessa di distribuire un dividendo cash di 0,27 euro per azione con un payout del 20%. UniCredit ha inoltre confermato tutti i target chiave per il 2019: utile netto di gruppo a 4,7 miliardi, ROTE sopra 9% e CET tra 12 e 12,5%. Gli analisti che seguono il titolo sono propensi all’acquisto, con 27 buy, 3 hold e nessun sell. Il target price medio è pari a 15,53 euro, che implica un potenziale rendimento del 50% rispetto ai livelli attuali.

Analisi tecnica Il quadro grafico di UniCredit rimane delicato. Il titolo infatti è inserito in un canale ribassista di lungo periodo, costruito congiungendo i massimi di maggio e settembre 2018, con i minimi di giugno e dicembre 2018. Inoltre, i corsi hanno fallito il 7 di febbraio il tentativo di rottura della resistenza statica collocata a 10,8 euro , sviluppando anche una candela long day ribassista con volumi nettamente al di sopra della media (37,8 milioni di pezzi scambiati contro una media degli ultimi 12 mesi di circa 17 milioni ). Unica nota positiva RSI che evidenzia una divergenza sui minimi di prezzo di ottobre e dicembre 2018. Positività che però necessità di conferma sui prezzi, ovvero con un break almeno della resistenza a 10,8 euro e target di brevissimo sulla trend ribassista e sul livello chiave a 11,76 euro . Solo sopra tale livello UniCredit registrerebbe un netto cambio di sentiment del mercato con target verso i 14 euro . In caso di chiusura sotto 10 euro invece UniCredit probabilmente tornerebbe sul supporto a 9,54 euro e successivamente sulla parte bassa del canale.

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