Se perdi il posto, ti do lavoro!

Il verdetto è ormai unanime su quanto la crisi durerà e su quanto profondi e duraturi saranno i suoi effetti. Gli ottimisti, ormai smentiti dai fatti, si mantengono sulla difensiva, mentre i pessimisti sono in crescita costante. Il motto del leggendario finanziere Warren Buffett – “siate voraci quando gli altri sono timorosi” – si applica non solo per quanto riguarda gli investimenti, ma anche al recruiting durante una recessione. Quando si cerca di assumere personale durante una crisi, è importante focalizzarsi sugli aspetti positivi senza però sottovalutare quelli negativi.

Ecco come cogliere le opportunità evitando le eventuali insidie, secondo un’analisi effettuata da eFinancialCareers, jobsite specializzato nel settore finanziario.

Ci sono stati un gran numero di licenziamenti nei servizi finanziari, sia in Europa che in America. Il più ovvio risvolto positivo è che c’è un numero maggiore di professionisti qualificati tra cui poter scegliere e maggiori occasioni di assumere i migliori talenti che non sarebbero stati disponibili prima che la crisi colpisse. È un incentivo ad agire velocemente: la finestra propizia è per il momento aperta ma il bacino da cui attingere talenti si esaurirà rapidamente una volta che sarà cominciata la ripresa. Barclays e Deutsche Bank sono i maggiori operatori che hanno cercato attivamente di avvantaggiarsi di questa situazione, ma anche banche di minori dimensioni e altre istituzioni finanziarie stanno cercando di selezionare per rafforzare i loro team.

La crisi ha riportato tutto il settore sulla terra e le retribuzioni dei manager sono a livelli più realistici. I candidati sono ora più propensi alla ragionevolezza nelle loro richieste e maggiormente flessibili rispetto alle loro aspettative. C’è la concreta possibilità di poter assumere personale che è stato licenziato dai grandi nomi del settore. A seguito della crisi c’è stato un ridimensionamento delle retribuzioni, specialmente nelle aree-prodotto che hanno visto ridursi fortemente le attività.

Cercare di trovare candidati con il minimo di pretese rischia di trasmettere il segnale sbagliato e di esporre la propria società a un dannoso esodo di talenti non appena il mercato si riprenda. “Il prezzo dei migliori talenti è rimasto sostanzialmente invariato perché è vero che la crema si raccoglie al vertice”, spiega Aidan Kennedy, partner presso la società di executive-search CTPartners. “Il nostro consiglio è di non impiegare personale di secondo ordine perché può risultare economicamente conveniente: se si vuole costruire una società di primo piano non si deve procedere a riempire i posti solo sulla base della disponibilità”.

Sarà sicuramente un mercato che avvantaggia i datori di lavoro, ma non crediate che i candidati siano così disperati da prendere qualsiasi lavoro. La scossa a seguito della crisi ha spinto le società ma anche i candidati a essere maggiormente cauti e attenti nelle loro decisioni. I datori di lavoro si impegnano sempre di più nel processo di selezione, ma parimenti anche i candidati riflettono maggiormente prima di impegnarsi con una società. “La gente da entrambe le parti è diventata più avversa a correre rischi e procede con maggior cautela nelle valutazioni”, spiega Colin Cowie, direttore delle risorse umane, per l’Asset Management al di fuori degli USA, di Bank of New York Mellon. “Di recente, dopo una rigorosa valutazione, abbiamo fatto alcune assunzioni molto ben riuscite, ma ci siamo resi conto che abbiamo dovuto passare molto più tempo a spiegare i punti di forza della nostra organizzazione ai candidati che ricevevamo ai colloqui: questi volevano sapere molto di più sulla compagnia, sulle nostre strategie e riguardo le loro prospettive di carriera. La gente è in generale nervosa ed è difficile attrarre talenti”.

Società che investono nel personale e che continuano ad assumere non solo trasmettono un forte segnale di confidenza nel futuro ma mostrano anche che prevedono crescita. Una recessione può essere una buona occasione per espandere le proprie attività come mostrano gli studi su come si sono comportate le imprese nelle passate recessioni. La scelta di assumere invece di licenziare solitamente è premiante in termini di crescita e percentuale di mercato, poiché significa avere le risorse a disposizione quando è necessario. Laurence Fink, presidente e CEO di Blackrock, spiega che “quando tutti giocano al rialzo è il momento sbagliato per espandersi. Guardo a questo rallentamento dell’economia come un momento propizio per iniziare a costruire la nostra piattaforma per quando i mercati cominceranno la risalita”.

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