Correzione ed analisi tecnica

A costo di sembrare monotoni, in assenza di notizie importanti sia sul fronte macro sia a livello di singoli Paesi, dobbiamo sforzarci di cercare di fare trading utilizzando due livelli di osservazione: la correlazione esistente e sempre forte tra mercati azionari ed FX e l’analisi tecnica. Il primo approccio deve servirci come driver principale ed il secondo come metodo per poter operare intraday, e comunque con un approccio temporale di breve periodo. Questo perché non è ancora il momento di assumere posizioni strategiche per la maggior parte degli investitori (fatta eccezione di qualche istituzionale che potrebbe avere interesse ad iniziare ad accumulare piccole posizioni contro trend per sfruttare una possibile ripartenza di alcuni cross dopo la fase correttiva borsistica – e che può permettersi questo tipo di operatività grazie alla grande disponibilità di margini ed alle tecniche di risk management applicate). Il mercato appare molto volatile e, come scrivevamo in chiusura di settimana, stiamo assistendo ad un continuo susseguirsi di finti break out, per poi ritornare nel range. I mercati equity sembrano voler continuare la fase correttiva dopo i guadagni dei mesi scorsi: lo S&P500 ha chiuso la settimana a 879.13, al di sotto dei supporti e sembra poter estendere il movimento di qualche punto percentuale. Secondo alcuni analisti però, questa fase potrebbe presto finire, fenomeno che sarebbe trainato da dati migliori delle attese riguardo il mercato del lavoro americano già dal mese di agosto. In presenza di queste condizioni le mosse da fare sul mercato dei cambi sarebbero presto scritte: comprare le cosiddette commodities currencies (Aud in testa), vendere yen e comprare qualsiasi valuta contro di essi. Il dollaro dovrebbe beneficiare da questa situazione, ma il mercato ci ha ultimamente insegnato che, di fronte ad una ripresa dell’azionario ed a un ritorno dell’appetito per il rischio, la vendita di dollari acquistati in qualità di valuta rifugio (fuga dal rischio) per poter finanziare operazioni sull’equity side, potrebbe far scendere anche il biglietto verde.
Partiamo con l’analisi tecnica, in particolare con il cambio eurodollaro, dove notiamo un restringimento dell’area di scambio che potrebbe portare, anche in giornata, ad una possibile svolta. Siamo in presenza infatti di una figura a triangolo che suggerisce, successivamente alla rottura del supporto compreso fra 1.3880 e 1.3850 o della resistenza 1.4140, la ripresa di un trend dopo l’incertezza di queste ultime settimane.

Dunque iniziamo ad analizzare i cambi contro jpy e partiamo con il carry trade per eccellenza: il NzdJpy. A livello daily, sembra scontato che ci stiamo dirigendo verso il supporto importante a 56,85 e quindi lo yen ha ancora spazio di manovra. A livello intraday (grafico a 10 min) abbiamo medie mobili a ribasso con stocastici carichi. Questo dunque mercato indeciso ancora stamattina sulla direzione da prendere: c’è voglia di ripresa dopo i tre giorni di ribassi della settimana scorsa, ma ancora la correlazione con l’azionario è forte e dunque potrebbero essere in arrivo ulteriori ribassi (a dipendere da come aprirà Wall Street). Il supporto importante si trova a 57,45 (minimo di venerdì) mentre l’obiettivo (nel caso di una giornata bullish) sarà il 58,20.
Dopo il Kiwi vediamo anche il comportamento dell’Aussie contro yen. Siamo di fronte ad un carry trade stabilmente correlato con il ciclo economico globale e quindi possiamo cercare di “leggere” il mercato in tal senso. L’AudJpy è sceso parecchio e ha toccato il supporto forte a 70,75 (38,20% del rintracciamento da 80,45 a 55,05). A breve invece potemmo vedere ribassi fino a 71,25 prima di puntare al top del range di venerdì (72,05).

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