Usa, dopo lo shutdown probabile un rimbalzo dei consumi

A cura di Cassa Lombarda

EZ: pochi dati e non belli, con la produzione industriale ai minimi dall’uscita della crisi

In settimana sono usciti pochi dati. La revisione di quelli trimestrali ha sostanzialmente confermato il buon livello occupazionale ma la ridotta crescita economica. La bilancia commerciale ha registrato variazioni minime. Invece le immatricolazioni auto a gennaio hanno segnato a/a il 5° calo mensile consecutivo prolungando la crisi avviata con l’introduzione di nuovi limiti alle emissioni inquinanti. Guidata anche dalla debolezza del settore auto, ma anche dei beni di consumo non durevole e dei beni strumentali, la produzione industriale di dicembre ha segnato un ulteriore calo, dopo che a novembre aveva registrato il peggior calo mensile dal 2/16. Il tasso tendenziale rafforza così l’inversione fatta a novembre rispetto la lenta ripresa avviata dopo aver segnato a luglio i minimi dall’1/17 e piomba ai minimi dall’11/09.

 

US: calo di borsa a fine anno e shutdown pesano su dati di dicembre e gennaio, ma febbraio vede già ripresa

Shutdown, dazi e rafforzamento del Usd hanno indotto un calo a gennaio per l’ottimismo delle p/m imprese. I prezzi, con le componenti base, hanno confermato trend in linea coi target della Fed e non preoccupano i consumatori. Però c’è stato un tracollo nelle vendite di dicembre. Preoccupati da shutdown e calo di borsa nel periodo, i consumatori hanno aumentato il risparmio. La forza del mercato del lavoro, col record storico di posti vacanti, ha però sostenuto benessere e fiducia dei consumatori in febbraio. Ora che sono rientrate le preoccupazioni è perciò probabile un rimbalzo dei consumi. Le vendite al dettaglio esprimono circa metà del totale dei consumi che incidono circa per il 70% del Pil US. Anche il calo della produzione di gennaio è riconducibile a fenomeni idiosincratici di auto (manutenzione impianti), minerario (prezzo petrolio) e difesa (shutdown), che fanno pensare ad un successivo recupero.

 

CH: riserve poco mosse, buona ripresa dell’import-export anche se con one-off, ed evidenza del supporto monetario

La variazione mensile delle riserve valutarie è imputabile principalmente al mark to market del Usd e dei treasury. Il surplus della bilancia commerciale di gennaio si è ridotto ma con rotonde variazioni in aumento di export ed import. Questi dati sono buoni e rasserenano sulla tenuta dell’economia, ma in parte sono dovuti alla corsa ad anticipare le festività del capodanno lunare e sfruttare la sospensiva all’incremento dei dazi americani. Il rallentamento degli indici dei prezzi ha confermato però la necessità di supporti alla crescita delineando spazi di azione per le autorità monetarie. E gli aggregati monetari, con il record assoluto dei nuovi prestiti dall’inizio della serie nel 1992, hanno proprio evidenziato gli impatti delle azioni già intraprese con taglio delle riserve regolamentari e interventi normativi mirati ad aumentare i prestiti alle piccole imprese e facilitare alle stesse l’emissione di obbligazioni.

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