Mediaset torna in voga su voci di maxi dividendo e delisting

A cura di Luca Spoldi, Certified european financial analyst, 6 In Rete Consulting

Mediaset prova a mettersi in luce a Piazza Affari, dove negli ultimi tre mesi i prezzi hanno recuperato quasi un 10% risalendo a poco meno di 2,75 euro per azione. Anche così i prezzi del gruppo multimediale controllato dalla famiglia Berlusconi che da mesi vede all’interno dell’azionariato la presenza, non gradita, di Vivendi col 28,8% del capitale, restano di oltre il 15% inferiori ai livelli di dodici mesi fa.

A riportare al centro dell’attenzione il titolo sono almeno due motivi: i movimenti all’interno del capitale e la prospettiva di un dividendo. Quanto ai primi, nella prima metà di gennaio Fininvest ha acquistato sul mercato titoli Mediaset pari allo 0,43% del capitale risalendo così al 44,16% del capitale e al 45,88% circa dei diritti di voto.

Secondo alcuni operatori questo potrebbe far pensare ad una volontà della famiglia Berlusconi di lanciare in un futuro non troppo distante un’Opa finalizzata al delisting del titolo, così da favorire future alleanze trasversali con altri operatori europei del settore come la tedesca ProsiebenSat.1 dopo una marcata riduzione del debito e il sostanziale smantellamento di Mediaset Premium.

Quanto al dividendo, un bilancio 2018 che gli analisti prevedono particolarmente positivo grazie anche alla vendita del 40% di Ei towers apportato in adesione all’Opa sulla società, potrebbe consentire di tornare a distribuire utili agli azionisti dopo sette anni di digiuno. L’unica vera incertezza è semmai l’ammontare del monte dividendi, che varia molto a seconda delle stime delle diverse case d’investimento.

Tra gli analisti, quelli di Mediobanca parlano infatti di una possibile cedola di 0,20 euro (che equivarrebbe ad un rendimento del 7,25% circa), mentre quelli di Fidentiis si spingono a ipotizzare 0,22 euro per azione di dividendo (in questo caso il rendimento sarebbe pari all’8%). Molto più prudente il consensus, che parla di una cedola di 11 centesimi (in linea con l’ultimo dividendo distribuito nel 2011), che equivarrebbe ad un più “normale” rendimento del 4%.

Il consenso degli analisti sul titolo è ancora neutrale in termini di giudizi e attorno ai 2,94 euro in termini di prezzo obiettivo. Dal punto di vista tecnico a breve viene segnalata una prima resistenza a 2,76 euro superata la quale il titolo potrebbe incontrarne una seconda a 2,84 euro. I primi supporti sono invece indicati in area 2,62 e poi 2,58 euro per azione. I volumi di scambio appaiono in crescita a conferma del ritrovato interesse del mercato per il titolo.

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