Le Banche Centrali tornano a essere prudenti

La politica della Fed di aumentare gradualmente i tassi di interesse è stata sostituita da un approccio più paziente e prudente, in risposta alle varie incertezze economiche e alle minori aspettative di inflazione. “La decisione è comprensibile, considerato il duplice mandato della Fed – spiegano dal Macro Strategy Team di Mirabaud Am – In primo luogo, l’economia statunitense è in piena occupazione. Il tasso di disoccupazione è del 4%, vicino ai minimi storici, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è al suo livello più alto dal 2013 e i salari aumentano di oltre il 3% all’anno. Anche il comitato di politica monetaria della Fed ritiene che l’economia statunitense sia ancora in buona salute”.

Tuttavia, le aspettative di inflazione a lungo termine sono diminuite e il calo del prezzo del petrolio continuerà a rappresentare un freno l’inflazione a medio termine. Di conseguenza, il rischio di surriscaldamento dell’economia è relativamente limitato. “In queste circostanze, e data l’elevata incertezza a livello mondiale, il tasso d’interesse ottimale per la FED è il tasso d’interesse naturale, ossia un tasso teorico che mantiene stabile l’inflazione e la produzione al suo livello potenziale – aggiungono da Mirabaud – Nella sua ultima riunione, la Federal Reserve ha ritenuto che l’intervallo attuale (2,25-2,50%) fosse in linea con la sua stima di questo tasso di equilibrio”.

“Di conseguenza, sembra improbabile che la FED continui ad alzare i tassi d’interesse se non ci saranno segnali di surriscaldamento dell’inflazione, il che è improbabile nella prima metà del 2019: a nostro avviso le politiche di irrigidimento monetario potrebbero essere sospese in tutto il mondo nel 2019 – concludono dal Team di Macro Strategy – Dopo aver concluso il suo programma di acquisto di attività nel 2018, quest’anno la Banca Centrale Europea dovrebbe mantenere invariati i tassi di riferimento ed estendere il programma di finanziamento per il settore bancario. Anche la Banca del Giappone non cambierà rotta per il 2019, mentre la Banca Centrale Cinese continuerà a fornire ulteriore supporto all’economia nazionale”.

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