Focus obbligazioni: Kedrion, un ribasso non più giustificato

Nel mese di luglio 2017 Kedrion ha emesso un bond per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro, taglio minimo 100mila euro. La scadenza è fissata al 12 luglio 2022, il tasso è fisso (3%) e attualmente l’obbligazione passa di mano a 88-89 dopo essere scesa fino a 62 in novembre.La società è attiva nella produzione di terapeutici plasmaderivati e il 75% fa capo alla famiglia Marcucci attraverso la loro holding, mentre il 25% è in mano a CDP che aveva valutato la società 550 mln circa.

“Non è escluso che il repentino calo delle quotazioni dei bond possa essere stato determinato da vendite da parte di un investitore Usa allarmato dalla chiusura per due anni (2016-2018) di un impianto negli Stati Uniti e dal fatto che, pur con lavori sugli impianti terminati, non fosse ancora giunto il via libera da parte della Fda – spiegano da Cfo Sim – Il mercato Usa vale il 20% del fatturato e nel frattempo Kedrion ha continuato a commercializzare i prodotti per non perdere quote di mercato, rivolgendosi a un concorrente locale per fornire di plasmaderivati il mercato, con un conseguente impatto negativo sui margini”.

In Italia vi è il 30-40% del business corrente di Kedrion, a partire dal 2016 è venuto meno il monopolio della società con l’ingresso di altri operatori comunitari e alle prossime aste, Kedrion potrebbe presentarsi in Associazione Temporanea di Impresa con altre aziende del settore, in modo da completare il portafoglio prodotti ed essere completa e competitiva nei confronti degli altri operatori.

I tre principali competitors mondiali (Grifols, CSM e Takeda) hanno il 75% delle quote di mercato e trattano 14/15 volte l’ebitda, mentre il quarto è tedesco, Optopharma, ma non è quotato. Secondo Cfo Sim il gruppo dovrebbe chiudere il 2018 con quasi 700 milioni di ricavi, quasi 150 di ebitda e circa 12 di utile netto. E una posizione finanziaria negativa per poco più di 500 milioni. “Un bond da 58 milioni è in scadenza ad aprile verrà con alta probabilità sostituito da cassa e linee di credito non interamente utilizzate al momento: allo stato attuale, non sembrano sussistere circostanze per cui la società non sarà in grado di pagare il bond” concludono da Cfo Sim.

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